Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Inammissibili i rilievi di costituzionalità al ‘Decreto della Vergogna’

Vertenza Alitalia-ITA: LA CORTE COSTITUZIONALE DEPOSITA UNA SENTENZA DI CHIARA MATRICE POLITICA SUL DECRETO DELLA VERGOGNA VARATO DAL GOVERNO MELONI PER BOCCIARE I RICORSI DEI LAVORATORI ALITALIA: I RILIEVI DI COSTITUZIONALITÀ SONO INAMMISSIBILI

La Consulta non ce l’ha fatta a dichiarare “costituzionale” il Decreto della Vergogna con cui il Governo Meloni, spaventatosi dell’esito delle cause dei lavoratori, ha maldestramente tentato di legittimare il trasferimento di beni e contratti da Alitalia a ITA, senza disporre il passaggio dei dipendenti.

Ha deciso di “non capire e non vedere” la evidente incostituzionalità di una norma ad hoc, che Meloni&Co avevano approvato per legittimare la cessione di ramo d’azienda da Alitalia a ITA, depurata da migliaia di lavoratori, pur di confezionare l’affare per i tedeschi di Lufthansa.
Sarebbe stato impossibile legittimare una norma aberrante giuridicamente e ciò pur considerando che in Corte Costituzionale, negli ultimi tempi, sono entrati a far parte un giurista, già componente del collegio legale di ITA, nonché  un consulente giuridico della Presidenza del Consiglio, “padre” della famigerata riforma Presidenziale della Repubblica italiana.

La Corte Costituzionale ha deciso di evitare il giudizio di costituzionalità della norma di asserita interpretazione autentica dichiarando la questione inammissibile.  Per non pronunziarsi sul Decreto della Vergogna e poi sulla legge di conversione a iniziativa del Governo, la Consulta è dovuta entrare nel merito del giudizio, affermando che il diritto dei lavoratori alla cessione dei loro contratti di lavoro (ovvero al trasferimento) non sussiste.
Nel far ciò, però, ha dato una accurata ma non di meno decisamente discutibile ricostruzione delle norme di legge rilevanti. Ma non solo. 
Di fronte allo scoglio insuperabile della incoerenza tra la ricostruzione fornita del contesto normativo e la vendita, si fa per dire, del complesso Aviation al prezzo di 1 euro dunque, evidentemente in danno delle centinaia di creditori di Alitalia SAI, tra i quali numerosissimi lavoratori, che sarebbe stato necessario tutelare se la finalità dell’operazione fosse stata effettivamente liquidatoria, come afferma la Cortei giudici costituzionali si limitano a brevissime affermazioni di maniera sulla “coerenza” dell’operazione
Ma nulla di più sarebbe stato possibile argomentare, visto che la tutela dei creditori dell’amministrazione straordinaria Alitalia SAI e la dismissione del complesso aziendale Aviation per 1 euro è operazione inammissibile e incoerente e con ogni probabilità posta in frode dei creditori e senza che ciò sia stato accompagnato dalla tutela dei posti di lavoro.   
Pertanto: nessun diritto alla stabilità del posto di lavoro per i dipendenti di Alitalia e nessuna tutela dei creditori di Alitalia, ai quali l’intero complesso di beni del ramo Aviation è stato semplicemente sottratto. 
Risultato questo che se è giuridicamente disarmante, dal punto di vista politico afferma il principio che le grandi e, in questo caso, fallimentari operazioni di dismissioni industriali nel nostro Paese NON SONO SOTTOPOSTE AL PRINCIPIO DI LEGALITÀ.

Non ultimo è difficile immaginare, ammesso che abbiano fatto tale sforzo i giudici costituzionali, come si possa conciliare la natura liquidatoria della cessione dei beni e dei contratti, con il passaggio degli slot e delle quote Ets da Alitalia a Ita in barba alla normativa europea: argomenti che forse i giudici costituzionali, come anche ha fatto la Vestager, non hanno voluto vedere e capire.

Il segnale che la Corte Costituzionale invia è chiaro: i lavoratori possono andare a farsi benedire e la vicenda del passaggio da Alitalia a ITA non può e non deve essere messa in discussione. QUANTO RESTA DELLA EX-COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA DEVE ESSERE DEFINITIVAMENTE CEDUTO E SENZA INTRALCI AI TEDESCHI.
Meloni&Co tireranno un sospiro di sollievo e potranno congratularsi degli ultimi innesti fatti in Consulta: HANNO DATO I LORO FRUTTI.
E’ altrettanto vero, però, che i Giudici della Corte di Cassazione NON sono tenuti a uniformarsi all’interpretazione giuridica fornita dalla Corte Costituzionale, anche se resta chiaro il tentativo di condizionarne la decisione, per definire in maniera tombale una vicenda industriale penosa e gestita ancora peggio, con migliaia di persone rimaste senza lavoro

La Cub Trasporti valuterà con gli avvocati il proseguimento della vertenza legale. Appena possibile la Cub trasporti indirà una assemblea per decidere come andare avanti nei Tribunali con le cause in corso.

Resta aperta, in ogni caso, la vertenza sindacale e politica: continueremo a chiamare il Governo alle sue responsabilità, rivendicando che i lavoratori Alitalia non assunti da ITA trovino ricollocazione in un settore in grande espansione, com’è il comparto aereo-aeroportuale.

 Roma 8.7.2025                                                                                Cub Trasporti

👉🏻 Leggi anche ” ‘Alitalia Aviation fu liquidata’. la Consulta chiude il caso della norma sui 2000 lavoratori a casa.”, Il Fatto Quotidiano, 8 luglio 2025

 

 

CUB © 2022. Tutti i diritti riservati.