L’arresto del Presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia e di altri 6 militanti Palestinesi ha il retrogusto del teorema costruito per tentare di ostacolare l’impetuosa crescita del movimento di solidarietà con il Popolo Palestinese in Italia.
D’altra parte, le imponenti manifestazioni di popolo a Roma di fine settembre e inizio ottobre, precedute e seguite da numerose altre iniziative a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Pisa, Napoli Catania, Palermo e in tante altre province e comuni italiani, nonché l’operazione umanitaria della Flotilla, hanno preoccupato coloro che cercano di archiviare i crimini commessi dal Governo Israeliano e dal suo esercito.
Intatti, le manifestazioni e gli scioperi indetti non si sono fermati neppure dopo l’annuncio della falsa tregua e nonostante giornali e TV nostrane, per lo più, cerchino di tacere sulla prosecuzione del Genocidio del Popolo Palestinese, stremato e privato di ogni aiuto e fatto morire di freddo e fame.
L’accusa rivolta ad Hannoun è di essere membro del comparto estero di Hamas e vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas, nonché di aver finanziato Hamas: tutte accuse formulate all’esito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo sulla base di quanto inviato da Israele.
E’ significativo sottolineare, come si evince dagli stralci delle accuse formalizzate ad Hannoun, che gli eventuali finanziamenti sarebbero stati inviati alle istituzioni di Gaza che sono gestite da Hamas che è espressione del Governo a Gaza, considerate illegali da Israele e Usa ma non dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea (quest’ultima considera terrorista le Brigate Al Qassam, braccio militare di Hamas).
E’ per tale ragione che riteniamo che l’arresto di Hannoun e dei 6 militanti Palestinesi sia strumentale alla canea mediatica sollevata dalle forze di Governo che evidentemente hanno la volontà di lanciare l’assalto alla enorme solidarietà che si è espressa in Italia con il Popolo Palestinese, pur di confermare la complicità con il Governo genocitario di Netanyahu e provare a nascondere i suoi crimini che sono al vaglio della Corte Penale Internazionale e della Corte Internazionale di Giustizia.
La Cub ritiene che l’operazione della criminalizzazione degli aiuti umanitari trasmessi in Palestina sia l’epilogo di un ribaltamento della verità inaccettabile, per nascondere responsabilità indelebili del Governo israeliano che non saranno cancellate dalla storia con meschine operazioni di propaganda, tese a minare i principi costituzionali di solidarietà, di libertà di pensiero e di associazione, come anche di impegno civile a tutela dei diritti fondamentali degli uomini e delle popolazioni.
La Cub auspica che la magistratura svolga un’indagine scevra da ogni influenza del governo israeliano e che sia fondata su elementi raccolti dagli inquirenti in Italia. Si valuti che Hannoun è già stato prosciolto da accuse simili.
Auspichiamo inoltre che la magistratura disponga l’immediato rilascio di Hannoun e dei Palestinesi arrestati, confermando la propria volontà di rilanciare, come fatto da oltre 2 anni, le iniziative di mobilitazione dei lavoratori contro il genocidio perpetrato da Israele.
LIBERTÀ PER HANNOUN E PER I MILITANTI PALESTINESI
LA SOLIDARIETÀ NON SI CRIMINALIZZA
SI PERSEGUE L’OLOCAUSTO DEL POPOLO PALESTINESE
