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“Basta omicidi sul lavoro!”: corteo a Monza domani

Lunedì 8 settembre è morto a Monza Toure Mamadou, operaio di 48 anni, padre di 4 figli.
Un incidente lo ha ucciso mentre lavorava al tornio in un’azienda metalmeccanica.
Nella stessa mattina, un altro operaio veniva ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Gerardo dopo una caduta in un cantiere edile di Desio.
Nella stessa giornata, altri 3 lavoratori hanno perso la vita a Torino (a 69 anni!), Roma e Catania.

 

Queste vicende aggiornano statistiche drammatiche, che parlano di 432 decessi certificati nei primi 7 mesi del 2025 (fonti INAIL): in Italia, ogni anno, più di 1000 persone muoiono sul lavoro, a volte in vere e proprie stragi, come a Brandizzo (5 morti) o nel cantiere di Esselunga a Firenze (4 morti).
A questi numeri si devono aggiungere circa 600.000 infortuni, senza contare quelli non dichiarati.

Queste morti non sono fatalità, come spesso vengono descritte da giornali e politici, ma sono l’estrema conseguenza del capitalismo: aziende e imprenditori in nome del profitto sacrificano sicurezza e salute di chi lavora, circostanza ancor più evidente per soggetti più ricattabili, come precari e migranti.
Il cordoglio di comodo da parte delle istituzioni è complice di una strage le cui responsabilità risiedono esclusivamente nel sistema di sfruttamento in cui siamo tutti/e obbligati a lavorare e nell’impunità che lo Stato garantisce agli sfruttatori.
Il governo Meloni si schiera infatti con i padroni rendendo meno efficaci i controlli: con il Decreto Semplificazione (DL 103/2024) introduce l’obbligo di preavvisare con 10 giorni di anticipo le imprese che saranno controllate.

Nel settembre 2024 eravamo in piazza a Monza con lo slogan “basta omicidi sul lavoro”. Ci eravamo promessi che, da lì in poi, nessuna morte sarebbe passata senza mobilitazione. Un anno dopo manteniamo fede a questa promessa: scendiamo in piazza per non lasciare che queste morti passino nel silenzio, costruiamo percorsi di solidarietà e lotta in un mondo di lavoro sempre più precario e sottopagato.

Pretendiamo

-Approvazione della legge sul reato di omicidio e lesioni gravi nei luoghi di lavoro
-Concessione del permesso di soggiorno senza il ricatto del contratto di lavoro
-Assunzioni dirette dei committenti e stop ai subappalti
-Abolizione delle norme che indeboliscono i controlli sulla sicurezza e salute
-Formazione e presenza di RLS di rappresentanza unitaria in ogni luogo di lavoro
-Aumento del personale di vigilanza INPS, Inail, etc…
-Stipendi più alti e riduzione dell’orario di lavoro

UNIAMOCI E ORGANIZZIAMOCI PER NON CONTINUARE A MORIRE DI PROFITTO: A CONDIZIONI DI MORTE NON SI DEVE LAVORARE!

Promosso da Rete Lotte Sociali MB (Arci Scuotivento, CUB Confederazione Unitaria di Base, FOA Boccaccio 003, S.I. Cobas, USB Unione Sindacale di Base)

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