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Commemorazione del 25 aprile a Pisa

Le due piazze a Pisa
Anzi no, una piazza solo contro economia di guerra e a fianco delle Resistenze

Spiace dirlo, e fuori da ogni polemica, ma in questi giorni abbiamo letto di tutto e di più senza una logica, un costrutto e una prospettiva. 

Per restare a Pisa lo sdegno della Filarmonica alla quale il Sindaco ha imposto di non suonare in Logge di Banchi (ma qualche considerazione in più rispetto a un lutto per la morte del Papa mai cosi’ lungo e alla mera lamentela no?), l’invito di alcuni antifascisti a trovarsi nello stesso luogo per intonare i canti della Resistenza, la sobrietà dell’Anpi ancora una volta presente alle sole iniziative ufficiali e indipendentemente dal colore della Giunta di turno. 
 
Parliamo una volta tanto dell’Anpi ossia di una organizzazione ormai formata da giovani e meno giovani che per questioni anagrafiche non hanno vissuto gli anni della Resistenza e neanche l’immediato dopo guerra quando gli antifascisti vennero cacciati da molti luoghi di lavoro con una offensiva padronale a sostegno della Democrazia Cristiana, ebbene l’antifascismo non si può celebrare con quella memoria parziale incapace di entrare nel merito della lotta di classe combattuta da una parte dei partigiani contro agrari e industriali che avevano favorito e sostenuto il Fascismo prima e la guerra poi.
 
I primi becchini di una memoria conflittuale sono proprio loro, l’Anpi, stampella del centro sinistra (molti degli ex politici del Pd sono oggi dirigenti Anpi) che una volta tanto avrebbe potuto evitare i palchi ufficiali come forma di protesta contro il decreto sicurezza che si prefigge una società assai lontana da quella pensata dai nostri Costituenti.
 
La Cub è intervenuta alla manifestazione di Pisa conclusasi in piazza San Silvestro, ribattezzata Piazza Franco Serantini in ricordo del compagno anarchico ucciso nel 1972 dalla Polizia “mentre si opponeva a un comizio fascista” ribadendo con forza la opposizione al decreto Sicurezza, al riarmo, ad un modello sociale costruito dall’economia di guerra che taglierà risorse ai salari e al welfare. 
 
E con decisione abbiamo ribadito come la memoria abbia un senso quando non si trasforma in retorica ma  sa attualizzare il concetto di antifascismo a partire dalla lotta al genocidio del Popolo palestinese e alla sua Resistenza senza la pretesa occidentale di mettere sempre bocca sulle questioni che non ci riguardano, vecchio vizio di chi pensa ancora di essere ai tempi dell’Illuminismo.
 
Intervento Cub Pisa al corteo del 25 Aprile
 
E’ forse scontato oggi parlare del 25 aprile, della Resistenza e della sua attualizzazione? Certo che no, di motivi per occultare la giornata ve ne sono fin troppi a partire dal falso cordoglio di quanti hanno prolungato a 5 giorni il lutto per la morte di Papa Francesco, un Papa che tra l’altro esprimeva posizioni contrarie al riarmo. Non saremo certo noi ad appropriarci della figura di Francesco come ormai fanno tutti, da destra a sinistra, ci preme invece sottolineare come la giornata di oggi sia estranea alla retorica dell’antifascismo  che si manifesta un giorno all’anno, incapace di contestualizzare la nozione stessa di antifascismo. 
Perchè di motivi per essere antifascisti oggi ve ne sarebbero fin troppi a partire dalla opposizione al Riarmo e all’economia di guerra, opposizione al Pacchetto sicurezza, un insieme di norme che stride fortemente con i principi costituzionali ma in particolare restringe gli spazi di agibilità e di democrazia collettiva, colpisce gli oppositori interni al Governo che si palesano nei picchetti operai, nelle manifestazioni contro le grandi opere e la militarizzazione dei territori, li condanna, creando una quindicina di nuovi reati, ad anni di carcere, alimenta perfino la caccia alle streghe contro gli oppositori politici con il cosiddetto terrorismo della parola.
 
 E quel decreto il Presidente Mattarella avrebbe avuto mille appigli per non firmarlo, sarebbe stato sufficiente ascoltare le autorevoli voci di tanti giuristi, docenti e ricercatori di diritto che hanno preso posizione in questi mesi. Ma attenderci il miracolo da un ex democristiano era forse una pia illusione e noi invece viviamo di certezze a partire dalle condizioni salariali e di vita che condannano milioni di uomini e donne a una esistenza misera. Negli ultimi 40 anni i salari italiani hanno perso potere di acquisto, abbiamo visto erodere il potere contrattuale, ebbene dopo il 1945 l’antifascismo militante vide anche lotte sindacali e sociali contro gli agrari e gli industriali che avevano sostenuto il fascismo prima e la guerra poi riciclandosi alla Liberazione come democratici e a-fascisti.
 
La liberazione è di tutti quelli che hanno combattuto il nazifascismo ma pensiamo sia soprattutto di chi una scelta di campo l’ha fatta fin dagli anni venti del secolo scorso praticando un antifascismo di classe e conflittuale con i padroni. Ed  in nome di quell’antifascismo nel presente urge scegliere pratiche coerenti e conflittuali per non ridurre la Resistenza a una offuscata memoria condivisa o a qualche inutile palco dove siedono esponenti del centro destra e attivisti dell’Anpi proprio come nella manifestazione ufficiale che si tiene oggi a Pisa davanti al Comune
 
E nella giornata di oggi non possiamo che prendere posizione a favore della Resistenza palestinese vittima di un genocidio e impegnato a resistere alla barbarie, al sionismo, al colonialismo da insediamento, alla quotidiana espropriazione di case e terreni. Non possono esserci doppie misure e una doppia morale, noi siamo solidali con gli ebrei che lottarono nelle fila dell’antifascismo e pagarono un prezzo altissimo. Ma gli ebrei antifascisti non vanno confusi con quanti oggi alimentano la ideologia sionista per giustificare il genocidio del popolo palestinese la cui Resistenza va sostenuta senza remore.
 
 
 
 
 
 

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