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Cub chiede confronto sul contratto unico sanità

Oggetto: Richiesta avvio confronto verso contratto unico sanità

1. PERCHE’ UN CCNL UNICO

Il settore sanitario e socio-sanitario-assistenziale-educativo è caratterizzato dall’esistenza di almeno 16 contratti nazionali, a seguito dei processi di progressiva esternalizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari assistenziali. Sempre più spesso grandi aziende hanno la pretesa di applicare contratti peggiorativi delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, applicando il contratto a loro più favorevole a seconda delle loro esigenze del momento e per risparmiare sui costi del personale con grave danno di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori, contribuendo a ampliare l’ormai annoso fenomeno dei woorking poors, cioè di quella fascia di personale che – come noto – è spinto sotto la soglia di povertà nonostante la condizione di occupazionale. Vogliamo fare notare che questo fenomeno riguarda in particolar modo le lavoratrici, più spesso impiegate part-time e non di rado famiglia monoparentale con figli a carico.
Nella giungla dei contratti del settore con rinnovi scaglionati dei vari contratti, le lavoratrici e lavoratori a parità di qualifica hanno trattamenti economici e normativi differenziati, con fughe verso i settori dove i contratti applicati sono migliorativi e quindi mancata continuità nei servizi.
Riteniamo che la qualità delle cure per i cittadini sia strettamente legata alla qualità del lavoro di chi vi opera e che tutti gli operatori del settore debbano avere a parità di qualifica lo stesso trattamento.
Crediamo quindi che si debba avviare un percorso verso l’unificazione dei contratti collettivi del settore, sulla base di un unico contratto di riferimento, che individuiamo debba basarsi su quello della Sanità Pubblica in quanto l’ambito sanitario pubblico è quello in cui opera la stragrande maggioranza delle figure professionali impiegate: infermieri, OSS, educatori, fisioterapisti, tecnici ecc.

Il CCNL sanità pubblica di cui il 18 giugno è stata raggiunta la pre-intesa ha visto la firma di una parte delle sigle sindacali (CISL, Nursind, Fials, Nursing up) mentre non è stato sottoscritto da CGIL e UIL che ne contestano il mancato recupero del potere d’acquisto, a fronte delle risorse insufficienti messe a disposizione e la mancata garanzia di alcune tutele normative aggiuntive ritenute indispensabili.

La nostra richiesta alle Istituzioni della Repubblica e in particolare ai ministri della Sanità e delle Politiche Sociali è di farsi promotori di un tavolo generale di confronto tra le organizzazioni sindacali e datoriali per avviare una trattativa che conduca alla unificazione dei Contratti Collettivi del settore, attualmente spezzettati.

Il contratto unico che chiediamo deve rappresentare una vera inversione di tendenza, riconoscere il valore reale di chi lavora in condizioni spesso estenuanti, precarie, sotto organico e con carichi di responsabilità enormi. Deve riunificare diritti, tutele e trattamenti su basi migliorative, a partire proprio da chi oggi opera in condizioni peggiori.

2. LA NOSTRA PIATTAFORMA

A nostro avviso alcuni temi e richieste dovranno essere assolutamente affrontate, proprio nella logica del contrasto alla povertà del lavoro, ma anche al progressivo peggioramento della sua qualità e della qualità dei servizi socio-sanitari offerti alla cittadinanza in conseguenza della dinamica di dumping concorrenziale che va diffondendosi in particolare nel settore sociosanitario, ma anche sanitario in conseguenza della ormai estesa presenza del settore privato, con logiche anche speculative. L’unificazione dei trattamenti contrattuali è perciò, secondo noi, un tassello indispensabile del contrasto a queste logiche speculative.

Le proposte alla base di una piattaforma per un contratto unico della sanità partono da alcuni elementi che qui sotto ricapitoliamo:

Parte retributiva: Il peggioramento dei livelli retributivi ha portato alla perdita di potere d’acquisto dato che tutti i contratti del settore compreso quello della sanità pubblica recentemente firmato vedono incrementi del 6-7% a fronte di un’inflazione del 14% nel periodo di riferimento. Oltre a questo, negli ultimi anni numerose sentenze – spesso ottenute grazie all’iniziativa del nostro sindacato – hanno evidenziato comportamenti non consoni alla legge nel trattamento retributivo, diffusi in modo ampio nelle aziende. Sottolineiamo infine la difficoltà delle famiglie e delle lavoratrici madri ad impegnarsi nel percorso della genitorialità.

Chiediamo quindi:
· Aumenti contrattuali che garantiscano il recupero inflazionistico, con indennità di vacanza contrattuale che recuperi il ritardo con cui avvengono i rinnovi contrattuali.
· Quattordicesima mensilità da pagarsi nel mese di giugno
· Indennità di mensa (o voucher) per tutte le lavoratrici e i lavoratori, per tutti i turni che superano le 6 ore.
· Riconoscimento retributivo dei tempi vestizione
· Indennità legate alle particolari condizioni di lavoro anziché alla professione
· Integrazione al 100% della indennità di maternità

Parte normativa:
Il lavoro svolto nei servizi sanitari, sociosanitari, assistenziali comporta un pesantissimo carico sia fisico (sforzi, rischi, aggressioni ecc.) che psicologico (responsabilità, emergenze, necessità di accogliere situazioni emotive particolari, ecc.). Per queste ragioni orario e organizzazione del lavoro, carichi, riposi…rappresentano aspetto essenziale nella tutela del personale e della qualità delle prestazioni.

Orario di lavoro

– Riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga a 32 ore.

Il lavoro svolto nei servizi sanitari e socio-sanitari-educativi-assistenziali ha caratteristiche usuranti, faticose e nocive, spesso è svolto su turni; comporta stress, fatica, sovraccarico muscolo-scheletrico, esposizione a rischi di violenza; comporta carichi di responsabilità rispetto alle persone assistite e ai colleghi.

– Distribuzione dell’orario di lavoro con programmazione di calendari plurisettimanali e annuali che permettano la conciliazione di tempi di vita e lavoro anche nell’ottica di genere con riconoscimento di turni alterni per i genitori lavoratori anche di aziende diverse.

– Applicazione dei Riposi compensativi per i festivi lavorati.

Formazione

La formazione completamente demandata all’iniziativa individuale e a carico del lavoratore rischia di non raggiungere il livello di qualità e di utilità necessarie e attese. Per conseguenza riteniamo si debba discutere di:

– Formazione continua garantita, gratuita, all’interno dell’orario di lavoro rivolta a tutto il personale, per lo sviluppo della professionalità.

– Diritto allo studio con permessi retribuiti e pieno accesso per chi vuole qualificarsi o riqualificarsi.

– Garanzia dell’acquisizione dei crediti formativi nell’ambito della formazione obbligatoria.

Obbligo di ricollocazione in caso di riduzione dell’idoneità lavorativa

Obbligo di ricollocazione per chi perde l’idoneità lavorativa, con priorità a chi subisce danni derivanti da infortunio o causa di servizio

Riconoscimento delle professioni sociosanitarie educative assistenziali come usuranti
Il riconoscimento del lavoro usurante per il personale del comparto sanitario e socio-educativo-assistenziale-sanitario deve riguardare tutte le figure impegnate nella relazione diretta con l’utenza (infermieri, OSS, educatori, TRP ecc.) con priorità a quelle esposte a rischi psicofisici e a quelli che svolgono lavoro su turni per le 24 ore.

Parità di genere e tutele di genere
In un settore in cui la maggioranza del personale è femminile, sono indispensabili misure e azioni positive per la parità e la tutela di genere.

– Diritto al part-time per chi ne fa richiesta, senza penalizzazioni.

– Campagne di formazione aziendale contro le molestie, contro comportamenti razzisti e discriminanti verso persone con identità sessuali non binarie.

– Possibilità di ricorrere al congedo mestruale, come in altri paesi europei, se documentato da un medico della sanità pubblica.

– Tutela della genitorialità, della salute psicofisica e del benessere organizzativo.

Uguaglianza dei diritti sindacali per tutti i sindacati
La Costituzione e lo Statuto dei lavoratori stabiliscono il principio della libertà sindacale e della non-discriminazione. La sentenza della Corte Costituzionale 231 del 2013 ha stabilito che non è necessario avere firmato un Contratto o un accordo per godere dei diritti sindacali. Tutte le prerogative sindacali spettano perciò inequivocabilmente a tutte le lavoratrici e i lavoratori che li esercitano attraverso le organizzazioni di loro scelta, a parità di diritti.

CONCLUSIONI

Ribadiamo infine la nostra richiesta che si avvii un confronto nazionale su questi (ed altri) punti in quanto non è più tollerabile che lavoratrici e lavoratori dello stesso settore e qualifiche continuino ad avere trattamenti e tutele differenziate.

Vi chiediamo pertanto un incontro al fine di approfondire la proposta di avviare un percorso verso un contratto unico del settore sanitario e socio sanitario assistenziale. La CUB Sanità Italiana metterà in campo tutte le iniziative possibili a supporto di questo obiettivo.

In attesa di riscontro vi inviamo distinti saluti,

Per la segreteria CUB Sanità Italiana
La segretaria Paola Sabatini

CUB Sanità Italiana, Confederazione Unitaria di Base, Sede nazionale Milano: V.le Lombardia 20 – tel. 02/70631804 fax 02/70602409 Email: sanitanazionale@cub.it – Pec: sanita-cub@postecert.it

SCARICA LA MISSIVA CON LA RICHIESTA DI INCONTRO PER CONTRATTO UNICO NAZIONALE SANITA’

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