La proposta Cisl diventa legge, il Governo Meloni sostituisce alla dignità dei lavoratori e alle rivendicazione la passività ai voleri datoriali
Quasi 3 milioni di lavoratori in meno entro i prossimi 10 anni, questo è l’allarme lanciato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre che guarda alle future difficoltà delle piccole imprese alle prese con il crollo della manodopera. In sostanza si chiedono condizioni favorevoli per nuove assunzioni gravando in misura crescente, anzi dilagante, sulla fiscalità generale.
Il calo della popolazione in età lavorativa in Italia deriva non solo dal crollo della natalità e dalla mancata regolarizzazione dei migranti bensì da altri fattori quali l’assenza di investimenti privati e pubblici per formare forza lavoro, con un sistema scolastico spesso poco funzionale ai desiderata delle imprese. E ci sono troppe disparità regionali, perfino il numero delle giornate lavorate o i livelli retributivi all’interno di contratti nazionali identici.
Pensare che nell’arco di un decennio la forza lavoro cali di quasi 3 milioni di unità vuol dire avere una popolazione sempre più vecchia, i pensionati in numero preponderante rispetto agli occupati e una sostanziale incapacità di formare la forza lavoro mancante utilizzando la tecnologia per ridurre il costo del lavoro e innovare la produzione e creare nuovi posti di lavoro.
Aumenteranno così le difficoltà per reperire giovani lavoratori con un elevato tasso di abbandono già nei primi giorni di contratto, emergeranno sperequazioni crescenti anche a livello territoriale. Pensare che l’alternanza scuola lavoro possa offrire soluzioni è errato e del resto mancano studi e statistiche atte a valutarne l’effettivo impatto sul mercato del lavoro. Pensare che la partecipazione attiva della forza lavoro alle sorti aziendali fino a barattare quote azionarie in cambio di aumenti salariali e contrattuali a nostro avviso equivale a ridurre il salario a una variabile dipendente dai profitti di impresa. Senza ombra di dubbio abbiamo un modello all’orizzonte – quello della grande impresa – che in Italia rimane assai minoritaria, quella impresa sa innovare e investire e offrire un welfare aziendale composito e una politica oraria appetibile.
La nostra impressione è che questo modello si scontri con la realtà del sistema capitalistico italiano, con il nanismo produttivo italico per non parlare poi della tenuta dei conti pubblici decisamente a rischio. Già assistiamo a un calo vistoso delle ore lavorate, immaginiamoci il progressivo invecchiamento della popolazione che metterebbe a rischio la tenuta del sistema previdenziale, una popolazione inattiva sempre più vecchia e bisognosa di welfare. Invece di favorire l’ingresso di forza lavoro migrante, invece di favorire, anche con salari più alti, l’occupazione preceduta da percorsi formativi adeguati, si pensa al welfare aziendale, si dà insomma per scontato che l’attuale stato sociale sia insostenibile e da abbattere.
Il Governo raggiunge il suo scopo intervenendo sul modello di contrattazione DDL 1407 e alla fine scarica ulteriori oneri sulla fiscalità generale gettando la basi per l’azzeramento del conflitto nei luoghi di lavoro. E la Cisl è parte integrante di questo processo di disarticolazione delle conquiste ottenute dal movimento operaio, solo la miopia della Cgil e una buona sorta di autolesionismo non induce a rompere la gabbia della cosiddetta unità sindacale, forse perchè in quel sistema concertativo ampi settori della stessa Cgil sono fortemente invischiati (previdenza integrativa, enti paritetici e “carrozzoni vari”).
Una popolazione vecchia per gli studi della CGIA avrà ripercussioni negative su settori economici strategici, comportando una contrazione strutturale del Pil e immediatamente toccheremo con mano i risultati nelle Regioni meno sviluppate.
Alla vigilia del voto referendario il modello cislino viene fatto proprio dal Governo Meloni ottenendo in cambio aiuto per disincentivare la partecipazione al voto e conservando quel contratto a tutele crescenti tanto caro al padronato locale.”
(Commento raccolto dal blog Delegati e lavoratori indipendenti Pisa).
Cosa dicono i giornali:
SkyTg24, 14 maggio 2025
Il Sole 24 Ore, 14 maggio 2025
Il Secolo XIX, 14 maggio 2025