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Il 4 novembre a Milano e Monza la Cub contro guerra e riarmo

Milano, 4 novembre – PRESIDIO ORE 18 IN PIAZZA GAZA (P.ZA SCALA): “Noi non ci arruoliamo”
Cub Sur Milano ha aderito all’iniziativa promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. 

NOI NON CI ARRUOLIAMO! IL 4 NOVEMBRE NON E’ LA NOSTRA FESTA. SIAMO CONTRO LA GUERRA, IL RIARMO E IL GENOCIDIO in PALESTINA

Nella data del 4 novembre, da ormai tre anni a questa parte, è stata istituita la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale con l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti. Si tratta di un’operazione di natura tutta ideologica portata avanti da questo governo reazionario e guerrafondaio – con il benestare delle forze politiche che stanno alla cosiddetta “opposizione” – per sdoganare le politiche di militarizzazione e di riarmo dettate dalle esigenze belliche dell’attuale fase di ipercompetizione internazionale.
Un processo di militarizzazione che da anni investe ogni ambito della nostra società, in risposta alle esigenze belliche di questa classe dirigente piegata ai diktat dell’Unione Europea e della Nato: aumento della spesa militare nel PIL, piano di 800 miliardi per il riarmo di Von Der Leyen, invio delle armi in Ucraina, sostegno finanziario e militare al genocidio in corso in Palestina e ora una Finanziaria di guerra del governo Meloni sono solo alcuni drammatici esempi della torsione bellicista di questo Paese.
Tutto questo ha degli effetti sul settore della formazione, particolarmente strategico per la competizione internazionale: a partire dalle scuole – dove innumerevoli sono i progetti di PCTO e le conferenze organizzate con esponenti dell’esercito, della Marina Militare, della Nato etc. – fino al mondo dell’università e della ricerca, sempre più legato a doppio filo con la guerra e la propaganda filosionista, e che in questi anni ha saputo inceppare i meccanismi della macchina bellica grazie alla pressione e alla determinazione di tutta la comunità accademica.

Negli ultimi mesi, che hanno visto deflagrare la solidarietà con la Global Sumud Flotilla che ha tentato di rompere l’assedio a Gaza, si sono moltiplicate e diffuse a macchia di leopardo numerose iniziative di boicottaggio degli accordi con Israele e di opposizione al sionismo, che poi sono state generalizzate nei due straordinari scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre, arricchiti da una mobilitazione permanente ad ogni livello della società.
Oggi più che mai, ribadiamo che il 4 novembre non è una nostra festa e che non faremo passare questo becero tentativo di strumentalizzare questa data per giustificare il piano di riarmo dell’Unione Europea, la Finanziaria di guerra del governo Meloni e il genocidio in corso in Palestina.

Invitiamo tutte le realtà sociali, sindacali e politiche e tutti coloro che sentono l’urgenza di organizzarsi contro questa spirale di guerra, a intervenire al presidio cittadino di lotta contro guerra e riarmo del
4 novembre alle 18 in piazza Gaza (ex piazza della Scala), con lo sguardo già rivolto allo sciopero generale del 28 novembre.

NOI NON CI ARRUOLIAMO!

IL NOSTRO 4 NOVEMBRE, CUB SUR MILANO:
Il nostro 4 novembre: contro ogni guerra, contro un capitalismo di rapina che vive di guerra, affinché le scuole divengano luoghi di vera educazione alla pace e non luoghi di propaganda militarista.
“I sentieri della gloria portano solo alla tomba”.

Il 4 novembre è il giorno in cui, nel 1918, ebbe fine un’orrenda carneficina voluta dal folle cinismo dei potenti. Oggi la guerra devasta più che mai il pianeta: si contano circa 100 conflitti e noi abbiamo notizia soltanto di quelli che toccano maggiormente l’Occidente. Ciò che da anni
accade in Ucraina e la tragedia del popolo palestinese costituiscono un affronto contro ogni idea di umanità e di giustizia. Questa è la guerra, da sempre: uno scandalo intollerabile. Chi ne paga le conseguenze è il popolo; chi ne trae profitti sono quei ricchi che la guerra rende ancora più ricchi. Con orrore sentiamo i “ragionamenti” occidentali sulla ricostruzione di Gaza; con orrore sentiamo il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich affermare che Gaza è una miniera d’oro per gli investimenti. La Banca Mondiale stima ad 80 miliardi di dollari le spese per la ricostruzione, una cifra enorme; e già volano anche nella Borsa italiana i titoli delle industrie delle costruzioni e del cemento, in vista della ricostruzione. Questa è la guerra: una immane sciagura per il popolo, una ghiotta occasione per chi detiene le leve del potere economico e per un ceto politico sempre più privo di idealità e sempre più piegato di fronte alle leggi del profitto.
Sui social (la sede ufficiale dei nostri tempi!) il primo ministro italiano usò queste parole lo scorso anno in occasione del 4 novembre, il primo dopo la promulgazione della Legge del marzo 2024 che ha portato all’istituzione della “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate”: “Nella solenne ricorrenza della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate rendiamo omaggio a tutti coloro che, con coraggio e amor di Patria, sacrificarono la vita per un’Italia libera e unita. […] custodiamo e tuteliamo quei sacri valori in cui credevano e che rappresentano la nostra Nazione”.
Non c’è nemmeno da sottolineare l’ipocrisia di queste parole. Come educatori presenteremo invece ai nostri studenti la prima guerra mondiale per quello che è stata: uno scellerato massacro. Celebreremo non soltanto chi cadde innocente sul campo di battaglia, ma coloro che disobbedirono agli ordini di ufficiali senza criterio: i disertori e chi si ribellò attraverso forme di resistenza passiva, chi abbandonò le armi, chi arrivò a gesti di autolesionismo, pur di farsi esonerare dall’andare incontro a morte certa. Non erano vigliacchi, come certa retorica patriottica e nauseante vuol ancora far credere: erano uomini coraggiosi che non avevano rinunciato alla ragionevolezza.

Oggi, 4 novembre chiediamo con forza:
che si fermi il riarmo e che vadano alla spesa sociale i soldi destinati alle armi (32 miliardi nel 2024, l’1,5% del PIL. Si prevede di giungere al 5% del PIL nel 2035;
• che le scuole cessino di essere luoghi in cui sempre più di frequente ci siano interventi delle Forze Armate;
• che venga rispettato l’articolo 11 della Costituzione e che la guerra venga ripudiata nelle parole e nei fatti e che di conseguenza il 4 novembre sia un giorno in cui si stigmatizza
l’ottusa crudeltà del potere.

Nelle scuole si educa alla pace: non sono possibili alternative. Si educa al rispetto degli altri, al pensiero critico – che è il contrario dell’obbedienza cieca agli ordini tipico del mondo militare, si educa all’eguaglianza, che è il contrario dell’ottuso rispetto della gerarchia. La Storia ce lo insegna: la corsa al riarmo è sempre stata preludio a nuove guerre. Non vogliamo più che ciò accada e spiegheremo ai nostri giovani studenti cosa è stato il primo conflitto mondiale, affinché le sirene della Patria, dell’Onore, del Coraggio in guerra non abbiano per loro nessun fascino e vengano sgominate dall’affermazione della solidarietà, dell’eguaglianza della pace. (Scarica il volantino Cub Sur Milano)


MONZA, 4 NOVEMBRE – CORTEO: CONTRO LA GUERRA E CHI LA PRODUCE – Via D’Annunzio ang. via Aquileia dalle ore 17:30

Promosso da Rete Lotte Sociali Monza e Brianza, Collettivi studenteschi di Monza, Cub Monza e Brianza aderisce all’iniziativa.

La Commissione Europea ci dice che dobbiamo essere pronti alla guerra entro quattro anni: il conflitto in Ucraina, che vede la NATO contrapposta a Putin, ha già un impatto diretto sulle nostre vite ma nei prossimi anni la questione potrebbe aggravarsi drammaticamente se non si costruisce una solida opposizione agli interessi economici che si celano dietro alla guerra.
Fino a pochi mesi fa si chiamava “ReArm Europe”, oggi è stata ribattezzata “Readiness 2030”, ma la sostanza non cambia: la programmazione militare europea comprende, oltre al finanziamento alle armi, investimenti su infrastrutture, mobilità militare e guerra elettronica moderna. Un gigantesco affare per piccoli e grandi gruppi industriali, spese militari che paghiamo noi, investimenti pubblici che vengono sottratti alla spesa sociale.
Noi con la stessa reattività dobbiamo saper raccogliere tutto ciò che di vivo e politico è successo nelle scorse settimane per dire chiaramente NO ALLA GUERRA. NO AL RIARMO. NO ALLA PRODUZIONE BELLICA. NO ALLA MILITARIZZAZIONE nelle strade e nelle scuole.

Lo abbiamo affermato in tutta la Brianza durante l’Italian Raid Commando a maggio e di nuovo lo faremo il 4 novembre, durante la cosiddetta “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate”, diventata con il Governo Meloni una celebrazione ancor più funzionale a promuovere pericolose retoriche guerrafondaie.
Ancora una volta saremo in piazza per ribadire il rifiuto di questa retorica e per consolidare la crescita del movimento contro la guerra, coinvolgendo sia il mondo del lavoro che della scuola, rivendicando il blocco degli investimenti militari e l’incremento delle risorse per scuola e sanità pubbliche!

👉🏻 SEGNALIAMO ANCHE LE INIZIATIVE PER IL 4 NOVEMBRE A PISA , a cui la Cub locale parteciperà aderendo alla mobilitazione promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università:

Ore 15 conferenza stampa sotto l’Ufficio scolastico provinciale in via Pascoli.

Ore 18 presidio con microfono aperto in piazza Garibaldi.

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