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Il Contratto dei metalmeccanici

Il Contratto dei metalmeccanici
Il 21 novembre è stato firmato il CCNL dei metalmeccanici con 17 mesi di ritardo rispetto alla scadenza naturale del 1°luglio 2024. I punti salienti del contratto:

Salario – Aumento medio di 205,32 euro al livello C3 in 4 tranche – da giugno 2025 euro 27,70 – dal 1°giugno 2026 euro 53,17, 1°giugno 2027 euro 58,58, 1°giugno 2028 euro 64,87.
Un aumento del 9,64% con l’utilizzo dell’IPCA, uno strumento di tutela nel caso di alta inflazione.
Questo aumento, che sembra elevato rispetto alle altre contrattazioni in corso, in realtà copre solo parzialmente il tasso d’inflazione che ha eroso i salari nazionali, collocandoli all’ultimo posto nelle classifiche dei paesi più industrializzati in Europa. Inoltre, ai lavoratori tra i 30.000 e 50.000 euro annui vengono erosi 25 miliardi di euro, a causa del fiscal drag, generato dal passaggio di scaglione fiscale per effetto degli aumenti salariali ottenuti.
Contratti a termine e mercato del lavoro – Vengono introdotte causali per contratti a termine che superano i 12 mesi fino a 24 (superamento dei 50 anni di età, under 35 che vivono da soli con persone a carico o senza impiego regolare da 6 mesi, cassa integrati da oltre 6 mesi o disoccupati). Inoltre, è prevista la stabilizzazione a partire dal 1° gennaio 2027 di almeno il 20% dei lavoratori a termine per poter continuare ad utilizzare queste clausole. Dal 1° gennaio 26 i lavoratori che abbiano superato i 48 mesi di lavoro in Staff Leasing presso una stessa azienda dovranno essere assunti a tempo indeterminato.
Orario di lavoro – Aumento della quota di ore plurisettimanali da 80 a 96 ore con un aumento delle maggiorazioni dell’8% per le 16 ore aggiuntive.
Per il settore siderurgico, dal 1° gennaio 27 con più di 18 turni settimanali si godrà di un permesso di 4 ore aggiuntivo che aumenta di ulteriori 4 per chi lavora su 21 turni dal 1° gennaio 28.
Permessi annui retribuiti PAR – Viene migliorata la fruizione accorciando i periodi di esame e possono essere fruiti a gruppi di 2 ore
Appalti – Le aziende appaltanti devono esigere dalle aziende appaltatrici il pieno rispetto del CCNL di categoria dell’azienda appaltante. In quelle superiori ai 400 dipendenti, ne deve essere data informazione alla RSU almeno 2 volte l’anno.
Quota contratto annua – Le aziende ad aprile metteranno in busta paga il modulo per l’accettazione del versamento della quota contatto di 30 € per i non iscritti per gli anni 26 27 e 28.
Giudizio complessivo – Questo contratto, dopo anni di peggioramenti continui, contiene alcuni spunti che segnalano un inizio d’inversione di tendenza. Pur con le osservazioni esposte sul salario, si registra, comunque, un aumento salariale maggiore rispetto a molti altri contratti, così come maggior attenzione e controllo sono dedicati ai temi riguardanti gli appalti, il lavoro precario. E’ anche opportuno segnalare che i padroni e le loro rappresentanze non sono stati a guardare e hanno fatto la loro parte, ottenendo l’aumento dell’orario di lavoro plurisettimanale, cercando di limitare al massimo i miglioramenti sui temi di appalti e precarietà.
Perché, dopo la rottura della prima parte dell’anno, abbiamo visto, a partire da luglio un’inversione di tendenza che, consolidata in autunno, è arrivata alla firma attuale? I motivi crediamo siano essenzialmente due: sul piano della Giurisprudenza, la recente sentenza della Corte Costituzionale sul tema della rappresentatività sindacale che ha spinto la Confindustria a ricercare un riavvicinamento ai tre sindacati confederali, per presentare al Governo e al Parlamento una proposta unitaria che blocchi sul nascere ogni soluzione non concertativa sul tema dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro; su quello della lotta, le grandi mobilitazioni che tra settembre ed ottobre hanno visto protagonisti milioni di lavoratrici e lavoratori.
Questo contratto ci dice che le lotte pagano sempre e ci spinge a mobilitarci maggiormente in tutti i settori per cambiare lo stato delle cose
Cambiare si può.

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