IL GOVERNO STRAVOLGENDO LA COSTITUZIONE PUNTA A INDEBOLIRE LA MAGISTRATURA
PER GARANTIRE IMMUNITÀ E MANI LIBERE AI POLITICI:
DOPO L’ABROGAZIONE, NEL 2024, DEL REATO DI ABUSO D’UFFICO E IL VOTO IN SENATO ALLA RIFORMA DELLA CORTE DEI CONTI MELONI&CO PUNTANO A DEPOTENZIARE LA MAGISTRATURA CON UNA RIFORMA VERGOGNOSA E PERICOLOSA
FERMIAMOLI
E’ una vera e propria crociata quella in atto che Meloni&Co hanno avviato da tempo per depotenziare l’azione della Magistratura e garantire immunità e mani libere ai rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali.
Tutto in linea con gli obiettivi, ormai desecretati, del “Piano di rimascita democratica” di Licio Gelli con cui la massoneria mirava a subordinare il potere giudiziario a quello politico, attraverso la separazione delle carriere (escludendo i PM dai giudici), la responsabilità politica del Guardasigilli sui PM e un CSM che rispondesse al Parlamento.
Un progetto già pensato da Almirante (ex-Segretario del MSI) che pensava ad un CSM sorteggiato. Un disegno poi ripreso e rilanciato da Berlusconi che , in realtà, riuscì solo parzialmente ad avviare.
Uno dei primi passi della maggioranza in carica è stato, già nel 2024, l’abolizione del reato di abuso di ufficio, con cui, con la scusa di limitare la “paura della firma” nell’azione amministrativa, sono stati resi meno esigibili gli obblighi di “buona fede, trasparenza e imparzialità” dei gestori della “cosa pubblica”.
In sordina ma in assoluta continuità con gli obiettivi e l’azione iniziata lo scorso anno, è di oggi l’approvazione in Senato, dopo che è stata votata alla Camera dei Deputati, della Riforma della Corte dei Conti.
Pericolose ed inaccettabili le modifiche introdotte.
Eclatante l’introduzione di un doppio tetto alle sanzioni comminabili dai Magistrati contabili: gli amministratori locali e/o nazionali, saranno chiamati a ristorare solo il 30% del danno procurato alle casse pubbliche nell’esercizio delle loro funzioni e comunque con un importo complessivo che non può superare le 2 annualità di stipendi percepiti.
Non solo. E’ stato introdotto il parere preventivo che gli amministratori pubblici potranno rivolgere alla Corte dei Conti, stabilendo che, in mancanza di un riscontro entro 30 giorni, il silenzio costituirà un assenso ed una legittimazione all’operazione.
In tal modo, più che la paura di firmare degli amministratori pubblici, il Parlamento ha legittimato la pretesa di delinquere che, come spesso le indagini ed i cedimenti giudiziari hanno dimostrato, hanno animato l’intervento di diversi rappresentanti istituzionali nel corso degli ultimi decenni.
Nel frattempo, poi, il Governo ha votato una riforma della magistratura che non si limita al disegno, comunque pericoloso, della separazione delle carriere dei magistrati ma mira a stravolgere gli equilibri costituzionali tra il potere politico e quello giudiziario, pur di provare a subordinare il secondo al primo.
Il Consiglio Superiore della Magistratura, ovvero l’organo pensato dai padri costituzionalisti con
l’esplicita funzione di arginare il tentativo della politica di mettere le mani sulla magistratura, oltre ad
essere duplicato, viene svilito e depotenziato dalle nomine per sorteggio, piuttosto che elette:
magistrati e rappresentanti laici del CSM verranno sorteggiati, i primi a caso mentre i
secondi da liste preparate ad hoc dalla politica.
Come non bastasse, la riforma istituisce una Alta Corte Disciplinare, con una architettura che prevede che a farne parte saranno solo i Giudici di Cassazione, escludendo quelli che hanno le mani in pasta, ovvero i giudici di I e II grado e creando così una classe di super-Giudici, riservata a pochi eletti che prestano servizio a Roma, ovvero nella città che ospita il fulcro del potere politico. Con tale architettura, inoltre, l’Alta Corte di Giustizia non ha alcun organismo di controllo e i suoi pareri eventualmente appellati, sono giudicati dallo stesso nuovo organismo.
In realtà, l’odore che emana tale riforma della giustizia è quello nauseabondo della controriforma, di quelle che servono a perpetrare ingiustiuzie e differenze, privando la società dei diritti al dissenso, alla lotta, come peraltro è già stato fatto con le leggi securitarie emanate di recente.
Non che la magistratura abbia manifestato indipendenza ed equità quando si è sempre schierata contro le masse popolari ed i lavoratori ma quanto si sta istituzionalizzando è una magistratura di classe opposta.
L’indipendenza dei magistrati dalla politica favorisce la garanzia della libertà. Il governo vuole giudici impauriti e pubblici ministeri che diventano “avvocati della polizia”. Quindi, chi è arrestato in piazza o in un posto di lavoro occupato, finisce prima sotto i piedi della polizia e poi nelle mani dell’avvocato della polizia. Noi vogliamo continuare le lotte: lavoro, salario, pensioni, sanità pubblica, previdenza pubblica.
Se dividono giudici e pubblici ministeri, la magistratura perde il metodo di squadra e penserà solo ai processi che fanno rumore mediatico, alla cronaca nera. Non certo, ad esempio, alla sicurezza sul lavoro, alle norme di difesa della salute e sicurezza.
Pertanto, non solo sarà necessario, quindi, votare no al Referendum promosso dalla maggioranza di deputati e senatori ma, per favorire la vera informazione sul quesito su cui saranno chiamati ad esprimersi i cittadini, è necessario sostenere il referendum promosso dai Comitati per il No.
E’ necessario firmare telematicamente per il Referendum promosso dal Comitato per il No con il proprio spid al seguente link:
https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/5400034
ma anche firmare per il Referendum popolare promosso da un gruppo di giuristi indipendenti.
E’ urgente fare tutto e di più!
È IN ATTO UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA
