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La guerra ci lascia a piedi

Nelle giornate 10, 12, 13, 17, 18, 19, 20 giugno – dalle ore 9.50 alle ore 12.50 – è programmata un’interruzione totale della circolazione ferroviaria tra Pisa e Livorno, con tutti i disagi che questa comporta all’utenza nei termini di mancata fruizione di un servizio pubblico su una linea dove viaggiano numerosi pendolari.

La motivazione “ufficiale” agli altoparlanti delle stazioni è “manutenzione a Tombolo” e sul sito di RFI (Gruppo FSI) è “Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) eseguirà lavori di completamento del rinnovo degli scambi e dei binari a Tombolo”. Quello che però viene omesso è che l’ultimazione di questi scambi e questi binari (iniziati nel 2017) comporterà un incremento sostanziale al traffico di armi, esplosivi e munizioni tra la stazione ferroviaria di Tombolo, il Canale Navicelli e Camp Darby, il più grande arsenale USA fuori dal suolo statunitense. Una rete ferroviaria civile quindi piegata ai voleri guerrafondai della NATO.

Mentre gli scioperi del personale ferroviario – legittimi e a norma di legge – che vertono su temi quali la sicurezza e la salute vengono ostacolati e gettati in pasto all’opinione pubblica come fonte della mancata circolazione dei treni (ricordiamo che con la legislazione vigente tra uno sciopero e l’altro passano quasi 2 mesi), si tace sull’interruzione del servizio pubblico in funzione della politica bellica e dell’allargamento del conflitto mondiale.

Una deriva inaccettabile a cui siamo costretti ad assistere quotidianamente tra la guerra in Ucraina e il genocidio palestinese, senza dimenticare gli altri scontri sparsi nel globo: ben 56 conflitti armati che coinvolgono oltre 92 Paesi!

Il governo italiano non intende restare indietro. Quest’anno la spesa militare ha raggiunto la cifra record di 35 miliardi, e il governo intende aumentarla di 100 miliardi in 10 anni. I piani italiani di riarmo già in corso costano 73 miliardi (fonte Milex), per riempire gli arsenali di munizioni, bombardieri, cannoni, carri armati e fregate lanciamissili. La guerra porta miseria e distruzione anche qui. Una persona su quattro è in povertà, mentre ciò che rimane dei servizi, dalla sanità ai trasporti, viene fatto a pezzi per finanziare il riarmo. Questo territorio, compreso tra il porto di Livorno e l’aeroporto militare di Pisa, è centrale per la logistica della guerra. La guerra inizia anche qui, possiamo fermarla.

Sosteniamo una circolazione ferroviaria civile e sicura, Contrastiamo l’uso della rete ferroviaria a scopo bellico.

Ferrovieri contro la guerra
Coordinamento Antimilitarista Livornese

A sostegno della protesta lanciata da Ferrovieri contro la guerra e Coordinamento Antimilitarista Livornese anche alcune rappresentanze politiche e sindacali pisane come Cub Pisa, Potere al Popolo e Diritti in comune che rilanciano la partecipazione alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma contro il riarmo, la guerra e il genocidio del popolo palestinese in contemporanea al vertice Nato del 2025.

Leggi anche “Circolazione ferroviaria sospesa a Tombolo giugno 2025: la denuncia“, in Pisa Today, 17 giugno 2025

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