Per anni sono stati chiamati “precari sociali”, “beneficiari di misure di inserimento”, “percettori di sussidi”. Ma dietro sigle burocratiche come TIS (Tirocini di Inclusione Sociale) ed ex RMI (Reddito Minimo di Inserimento) si nascondono storie vere: uomini e donne della Basilicata, impegnati da oltre un decennio in lavori utili per i Comuni, le scuole, gli enti pubblici. Addetti alla manutenzione, supporto agli uffici, sorveglianza scolastica, servizi ambientali.
Lavoratori a tutti gli effetti, ma senza un contratto, senza contributi, senza diritti. Invisibili. Negli ultimi anni, la loro situazione è precipitata: esclusi da ogni percorso di stabilizzazione, stretti nei vincoli ISEE, pagati con indennità minime e privi di tutele fondamentali come malattia, ferie o pensione. Nonostante questo, la Regione Basilicata ha continuato ad affidarsi al loro lavoro, necessario per far funzionare molti servizi locali.
Una contraddizione enorme: essenziali ma dimenticati. È in questo contesto che nasce la protesta. A partire dal 2022, centinaia di lavoratori ex RMI e TIS si organizzano, soprattutto con il sindacato di base CUB, e danno vita a una mobilitazione senza precedenti. Presidi sotto il palazzo della Regione a Potenza, manifestazioni nei Comuni, incontri con sindaci e dirigenti.
Per oltre 800 giorni, una tenda è rimasta fissa davanti alla sede istituzionale, diventando simbolo della loro lotta silenziosa ma determinata. Chiedono una cosa semplice: uscire dal limbo. Non vogliono assistenzialismo, ma lavoro vero. Chiedono l’inclusione nei cantieri forestali pubblici, l’aumento dell’indennità, il riconoscimento dei contributi, un percorso verso la stabilizzazione.
Dopo mesi di trattative, una parte delle richieste viene accolta: viene aumentata l’indennità mensile a 700 euro, e avviato un bando regionale per oltre 1.500 unità nei settori della manutenzione ambientale e forestazione. Ma la battaglia non è finita.
Restano fuori decine di lavoratori esclusi da criteri rigidi. Non tutti hanno aderito al bando. E soprattutto, non è ancora stato riconosciuto il loro lavoro come pubblico e stabile. I diritti continuano a mancare.
Questo video racconta la loro storia. Una storia fatta di dignità, fatica, determinazione. La storia degli ex invisibili che hanno deciso di non tacere più.