Abbiamo appreso dalla comunicazione di Filt Cgil l’epilogo della vertenza nei confronti di Lsct per comportamento antisindacale (Art.28) dove sono spiegate le dinamiche che hanno portato alla sentenza del giudice.
In realtà, non siamo stupiti del verdetto finale quanto piuttosto dalla gestione della vertenza che alla fine ha portato in concreto, al di là dei ragionamenti giuridici che poco contano nella lotta dei lavoratori, al nulla di fatto a causa del superamento dei termini di attualità della supposta condotta antisindacale.
Ci chiediamo ora cosa rimanga della credibilità dell’azione sindacale verso i lavoratori dopo un risultato del genere.
Siamo sconcertati per gli accordi separati avvenuti tra l’azienda e Cisl- Uil, ma siamo anche lieti di dare il benvenuto nel club dei discriminati sindacali alla Cgil. Questo infatti è quello che succede a chi si oppone in una qualche maniera alla volontà padronale e, per motivazioni ingiuste, viene escluso dalla rappresentanza dei
lavoratori, come accade ancora oggi alla CUB Trasporti semplicemente perché si rifiuta da sempre di firmare accordi che sono costantemente a perdere per i lavoratori.
È nostra ferma convinzione credere che il sindacato debba essere riconosciuto in base alle effettive capacità di rappresentanza e di onestà, non certo per e previa accettazione di CCNL o altri accordi che da anni fanno perdere qualità della vita e parte di salario ai lavoratori.
L’esclusione delle sigle non firmatarie per altro è sostenuta fortemente anche dalla democratica Cgil, condizione che evidentemente fa comodo solo quando non sono loro a rimetterci, quando invece diventano le vittime di questo meccanismo sono i primi a gridare allo scandalo e alla discriminazione.