👉🏻 Comunicato stampa dei Ferrovieri contro la guerra e del Coordinamento Antimilitarista Livornese in merito ai lavori sulla linea ferroviaria Pisa-Livorno e in merito al potenziamento della base militare di Camp Darby per il trasporto di armi e munizioni.
Pisa, venerdì 21 novembre – “Come Ferrovieri contro la guerra e Coordinamento Antimilitarista Livornese intendiamo fornire ulteriori precisazioni e integrazioni rispetto alla nostra campagna contro il trasporto di armi e munizioni sulle linee ferroviarie e contro il potenziamento della base USA di Camp Darby, e che ha portato all’interpellanza ‘Lavori sulla linea ferroviaria Pisa-Livorno e potenziamento della base militare di Camp Darby per il trasporto di armi e munizioni’ promossa da Diritti in Comune e dibattuta nel Consiglio comunale di Pisa il 13 novembre scorso.
I temi sollevati in Consiglio comunale, come peraltro evidenziato dal capogruppo Francesco Auletta (Diritti in Comune), sono stati oggetto di una nostra denuncia che ha fatto luce sulla mobilitĂ militare ferroviaria tenuta colpevolmente sottotraccia. Ricordiamo infatti che nei giorni 10, 12, 13, 17, 18, 19, 20 giugno la circolazione ferroviaria fu sospesa, senza garantire lo spostamento dei pendolari con bus sostitutivi, per ‘lavori di completamento del rinnovo degli scambi e dei binari a Tombolo‘ che non riguardavano il trasporto civile di persone e merci su ferrovia bensì il completamento della nuova infrastruttura volta al potenziamento bellico tra la stazione ferroviaria di Tombolo, il Canale Navicelli e Camp Darby, il piĂą grande arsenale USA fuori dal suolo statunitense.
La conferma di RFI (appresa in sede di Consiglio comunale) che uno dei due nuovi binari della stazione di Tombolo avrĂ il compito di ‘allacciarsi al nuovo raccordo della base US Army di Camp Darby‘ e che ‘dal 01/01/2023 al 30/08/2025 il raccordo US Army-Camp Darby ha terminalizzato 44 treni‘ certifica che il Gruppo FS ha scientemente operato per scopi guerrafondai che niente hanno a che vedere con il benessere e la sicurezza di viaggiatori e lavoratori.
La ‘security assicurata da origine a destino dei treni tramite scorta militare‘ – questa la definizione fornita da RFI alle interrogazioni comunali – non risponde certamente a ciò che effettivamente si intende per sicurezza. Riteniamo inaccettabile non sapere cosa viene trasportato verso (e da) Camp Darby in quanto è assolutamente plausibile che vengano effettuati treni classificati ‘RID’ (International Carriage of Dangerous Goods by Rail) – come ‘Classe 1 Materie e oggetti esplosivi’.
Altrettanto riteniamo inammissibile da parte di RFI non dichiarare dove vadano questi carichi, anche se la nostra esperienza e competenza ci porta a dire che la direzione è quella est verso il conflitto ucraino. Treni quindi che salvo eventuali smentite trasportano munizioni e esplosivi verso l’Ucraina e che attraversano binari e stazioni frequentate da inconsapevoli viaggiatori, la cui sicurezza viene messa a repentaglio in caso di incidente ferroviario. Come ferrovieri dobbiamo infatti evidenziare le criticità sulla sicurezza ferroviaria, come ad esempio quelle emerse dall’utilizzo dei freni antirumore impiegati nei treni merci. Freni che in molti casi sono rimasti bloccati sulle ruote provocando principi di incendio e deragliamenti come nel tunnel del San Gottardo. Rischi ferroviari che sono comunque molteplici se si pensa ai continui incidenti mortali ai passaggi a livello (Caluso, Thurio di Corigliano Rossano), ai deragliamenti (Viareggio, Pioltello, Livraga), agli scontri frontali tra treni (Andria e Corato).
Il Coordinamento Antimilitarista Livornese e i Ferrovieri contro la guerra si oppongono alle politiche e alle propagande belliche che rischiano di far sprofondare l’umanità in morte, devastazioni e miseria. Le nostre posizioni sono contrarie al genocidio di Gaza e a tutti i genocidi, a tutte le guerre, a tutti gli eserciti e tutte le politiche di riarmo. Sosteniamo le popolazioni oppresse da guerre e genocidio, chi si rifiuta di caricare armi nei porti, chi denuncia i trasporti di materiale bellico in ferrovia, chi rifiuta la presenza dei militari nelle scuole, chi fa campagne di boicottaggio, chi sciopera contro la guerra.
Lo sciopero generale del 28 ottobre, indetto da tutte le sigle del sindacalismo di base, è un’ulteriore tappa del movimento per fermare la guerra.”
Conferenza stampa mercoledì 26 novembre,
Ferrovieri contro la guerra. Coordinamento Antimilitarista Livornese, Cub Pisa danno appuntamento alle realtà contro la guerra e la militarizzazione dei territori, ai sindacati promotori dello sciopero generale del 28 Novembre per una conferenza stampa che si terrà mercoledi’ 26\11 alle ore 15 in piazza della Stazione di Pisa (davanti alla fontana).
L’appuntamento per il corteo del 28 novembre in occasione dello sciopero generale è alle ore 9 in Piazza XX Settembre a Pisa. (Per info e contatti tel. 3498494727)
👉🏻 Leggi anche: “In nome della prontezza militare. Una proposta di legge pericolosa depositata da un anno e mezzo in Parlamento”
In apparenza la proposta di Legge presentata dalla deputata di Fratelli d’Italia Maria Paola Chiesa, nel maggio 2024, potrebbe essere una buona iniziativa in materia di ambiente ma una lettura approfondita del testo solleva invece dubbi e contrarietĂ .
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📌 ATTIVITĂ€ MILITARI SENZA VINCOLI AMBIENTALI, LA PROPOSTA DI LEGGE PRESENTATA ALLA CAMERA | ByoBlu – La TV dei Cittadini
In sostanza la proposta di Legge riprende un vecchio cavallo di battaglia del militarismo italico, quello che si cela dietro agli interessi superiori dello Stato per velocizzare i processi di militarizzazione dei territori: Svincolare le attivitĂ militari dalle norme vigenti in materia di appalto per semplificare le procedure e bandire gare in tempi veloci rientrava tra gli obiettivi strategici degli ultimi anni, ora si esprime con forza l’idea che siano proprio le leggi regionali emanate in materia ambientale a rappresentare un ostacolo, se non addirittura una minaccia, alla prontezza dello strumento militare.
Leggiamo testualmente dalla proposta di legge:
“Il comma 2 dell’articolo 15-bis prevede che i siti militari e le aree addestrative permanenti siano assimilati ai siti industriali dismessi, ai sensi dell’art. 240, comma 1, lett. h) del Codice dell’ambiente (D.lgs. 152/2006), in tema di bonifiche di siti contaminati.
Tale lettera h) contiene infatti la definizione di sito dismesso, che viene identificato come l’area o porzione di territorio, geograficamente definita e determinata, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali di riporto, sottosuolo ed acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie e impiantistiche presenti in cui sono cessate le attivitĂ produttive. Tale disposizione appare dunque finalizzata a consentire l’applicazione, nei siti e nelle aree citati, delle procedure di bonifica previste dal Codice dell’ambiente per i siti industriali.”
La proposta di legge riprende quanto da tempo dichiarato da esponenti del Governo o del Ministero, la cultura della difesa deve ridisegnare le prioritĂ e la stessa legislazione ambientale non può essere di intralcio ad attivitĂ ritenute strategiche. Allo stesso tempo l’impatto delle installazioni militari sull’ambiente e sulla salute pubblica è stato ridimensionato o ritenuto comunque oggetto di campagne orchestrate dai movimenti contro la guerra con approcci pregiudiziali. Qualche motivo di riflessione scaturisce dal documento del Ministero 📌 Informazioni ambientali
E dallo stesso estrapoliamo un passaggio sulla situazione sarda:
“Oltre, presso i poligoni dell’A.M. sono implementati i monitoraggi ambientali previsti dai relativi disciplinari. In particolare:
- presso il sito di Furbara (RM) le attività di monitoraggio sono condotte a cura della Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale di Pratica di Mare e dal 2° Laboratorio Tecnico di Controllo di Fiumicino. Il recupero e alienazione dei residuati viene affidato a ditte specializzate;
- presso il poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) il monitoraggio della matrice aria avviene in continuo tramite il sistema Environmental Data Management System (EDMS) e quella della matrice suolo tramite campagna di campionamento e analisi, in applicazione di quanto previsto nel piano di monitoraggio emanato nel novembre 2022. Non sono stati rilevati superamenti dei parametri osservati. Inoltre, sono state implementate campagne  di recupero di rottami ferrosi in mare, sia a cura del personale della Marina Militare Italiana che tramite campagne affidate a ditte specializzate; nei siti a terra le raccolte di residuati sono effettuate sistematicamente;
- gli impatti delle attivitĂ addestrative/esercitative sono preventivamente valutate attraverso appositi studi di distribuzione, al fine di attestarne la sostenibilitĂ ;
- presso il poligono di Capo Frasca è attivo un piano di monitoraggio ambientale delle matrici suolo, sottosuolo e acque sotterranee, redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA).
Per questo, se la proposta verrĂ approvata, lo Stato potrĂ rafforzare le servitĂą militari, edificare nuove basi, nuovi avamposti, nuovi poligoni o centro di addestramento avvalendosi di un iter veloce e semplificato imposto a livello centrale senza dove passare da norme regionali come quelle a tutela dell’ambiente.
E basti pensare alle proteste in Sardegna, alle infinite cause per individuare i responsabili dell’inquinamento di siti per la bonifica dei quali impiegheremo, fondi permettendo, decine di anni ammesso di poterlo fare dopo tanti anni di esercitazioni militari.
Nel nostro Paese sono decine i siti inquinati per la bonifica dei quali servirebbero ingenti stanziamenti e una forte volontĂ ecologista che mai ha albergato nelle stanze governative pur di diverso colore.
La proposta di legge punta direttamente all’obiettivo di escludere le norme ambientali ove lo Stato decida di costruire una struttura afferente al ministero della Difesa assimilando per altro i siti militari alle aree industriali dismesse.
L’intervento in Parlamento vuole quindi liberare il Ministero della Difesa da ogni vincolo ma allo stesso tempo vanifica il lavoro delle commissioni di inchiesta sull’uranio impoverito chiamate a intervenire dopo l’aumento esponenziale dei tumori nell’area di poligoni militari come il Salto di Quirra e Capo Teulada, vuole scongiurare nell’immediato futuro ogni contestazione alle servitĂą militari come va secretando innumerevoli informazioni sul trasporto di armi attraverso i nostri territori. In un colpo solo si permetterĂ al Ministero della Difesa di agire in deroga ai contratti di appalto, alle norme ambientali, non si rende conto del proprio operato alla cittadinanza e agli enti locali, si rimuovono norme vincolanti ritenute ostacolo per la sicurezza nazionale, si assesta un ulteriore colpo alla Carta Costituzionale. Tutto e di piĂą in nome della prontezza militare.
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