“Così chiediam tutte/i!”
CUB INFORMAZIONE&SPETTACOLO MILANO LANCIA UN PRESIDIO PER MERCOLEDI’ 5 NOVEMBRE IN LARGO GHIRINGHELLI DALLE 18 ALLE 20
Da mesi va avanti lo stato di agitazione, proclamato per via delle tante richieste a cui l’azienda non ha mai dato riscontro concreto. Il carico di lavoro, tanto in Teatro quanto nei Laboratori Ansaldo, è eccessivo. Il clima di iperproduttività comporta una perdita generale della qualità del prodotto e della professionalità degli operai nonché della sicurezza, aspetti che invece, in un luogo come il Teatro alla Scala, rappresentano un vanto e un valore.
Ricordiamo che a causa del carico di lavoro in previsione della prima del 7 dicembre, a ottobre 2025 in falegnameria ci sono stati due colleghi infortunati e si è sfiorato un incidente che ha coinvolto la squadra trasporti. C’è troppa precarietà e serve urgentemente una stabilizzazione, in modo da consentire anche il turn over tra anziani e nuovi e deve essere affrontato il problema del riconoscimento del lavoro usurante. Il Teatro alla Scala deve essere un luogo di eccellenza e l’alto valore professionale dei lavoratori va riconosciuto ridimensionando il monte ore e aumentando il salario, poco competitivo rispetto all’esterno.
In particolare, dalle assemblee svolte in Teatro, è emerso che:
– si chiede un’adeguata retribuzione del lavoro notturno con il riconoscimento dell’indennità di turni, oltre che i ticket mensa;
– si richiede un congruo riconoscimento economico e copertura legale per tutti gli operai coinvolti in attività specifiche come muletti, PLE, lavori in quota, preposti.
– è urgente affrontare la gestione del nuovo spazio della “palazzina”, poiché si viene a creare un problema di sicurezza per i non addetti che transitano durante le attività e soprattutto per l’ aumento drastico del carico di lavoro, costringendo i tecnici a correre da prove in palcoscenico a montaggio di allestimenti in preparazione;
– i lavoratori sono contrari agli accorpamenti di reparto macchinisti e meccanici, che hanno professionalità e specificità assolutamente diverse, il cui equilibrio e armonia è fondamentale nel cantiere Scala per la TUTELA DELLA SICUREZZA IN PALCOSCENICO. La direzione con questo progetto pensa di aver trovato la chiave per non assumere nessuno e far rimanere tutto così com’è. Per questi motivi, che denotano una scarsa conoscenza della delicata macchina teatrale scaligera, lo respingiamo con forza al mittente, nella figura dei dirigenti Amoruso, Malgrande e Ortombina.
Dalle assemblee svolte in Ansaldo è emerso che:
– è necessaria la stabilizzazione immediata dei lavoratori precari, che vengono chiamati con contratti di pochi mesi da anni in base a imprecise ed estemporanee necessità di produzione e non con una logica di continuità, formazione e turnover;
– è necessario rivedere la normativa ferma al 1998, aumentando la busta paga non competitiva con il mercato esterno e il costo della vita, adeguando l’indennità turni e l’assegno laboratori che andrebbero calcolati sui giorni lavorativi, le ferie, sui premi e su tutte le mensilità e non solo sui giorni effettivamente lavorati e diminuendo l’orario di lavoro, richiedendo più continuati, ridiscutendo la flessibilità e i sabati;
– è necessario organizzare il prima possibile dei corsi per carroponte, CNC e CAD, trattandosi di capacità essenziali che vengono comunque richieste ai lavoratori pur senza corso adeguato, di pari passo a un riconoscimento economico delle competenze acquisite;
– si devono aumentare le categorie e assegnare quelle ancora vacanti;
Tanto in Teatro quanto in Ansaldo, è emerso che:
– è urgente pretendere un aumento della pianta organica;
– vadano disciplinate le esternalizzazioni, che abbassano la qualità generale e costringono i lavoratori ad aumentare il carico per sistemare il lavoro spesso fatto male (come nei casi delle scenografie e dei costumi).
Siamo aperti al dialogo e al confronto con tutti i lavoratori, a prescindere dalla sigla.
Leggi la lettera dei lavoratori e delle lavoratrici del Teatro alla Scala e dei Laboratori Ansaldo
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