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Muore un operaio all’aeroporto di Fiumicino: E’ lavoro. Non fatalità

Un altro grave lutto colpisce il mondo del lavoro. All’aeroporto di Fiumicino un operaio di 64 anni, dipendente di una ditta in appalto, ha perso la vita precipitando dal tetto delle officine motori, ex-Alitalia, oggi gestite da una diversa società del comparto tecnico aeroportuale. L’uomo stava effettuando interventi di manutenzione agli impianti di condizionamento in condizioni ambientali estreme, con temperature elevate e sotto carichi di lavoro insostenibili.

L’ennesima tragedia sul lavoro non può essere considerata una fatalità. La CUB Trasporti interviene con forza denunciando un sistema ormai al collasso, fatto di appalti a catena, precarietà diffusa, mancanza di sicurezza e tutele. “È inaccettabile che si continui a morire sul lavoro per garantire le vacanze ai passeggeri e la movimentazione delle merci”, afferma il sindacato.

Nel mirino della CUB c’è l’intero assetto produttivo del comparto aereo-aeroportuale e dell’indotto. Negli ultimi anni, per aumentare la flessibilità e ridurre i costi, il lavoro è stato segmentato in una molteplicità di appalti e subappalti, spesso affidati a piccole società, con effetti devastanti: lavoratori precari, carichi aumentati, sicurezza ridotta al minimo e diritti erosi giorno dopo giorno.

“Invece di stabilizzare i lavoratori precari, si preferisce crearne di nuovi, moltiplicando il rischio e abbassando il livello delle tutele”, denuncia la CUB. La logica del massimo profitto sta travolgendo ogni standard di dignità e salute sul lavoro. Le alte temperature, i turni massacranti, gli organici ridotti all’osso rendono gli aeroporti italiani un contesto sempre più rischioso.

La morte dell’operaio di Fiumicino riapre con forza anche il tema dell’età pensionabile. “È necessario anticipare l’età di pensionamento per chi svolge lavori fisicamente logoranti. Non si può accettare che a 64 anni si debba ancora salire sui tetti, con un caldo torrido e senza adeguate condizioni di sicurezza”, sostiene la CUB Trasporti.

Il sindacato sottolinea inoltre come i controlli siano sempre più sporadici, le ispezioni insufficienti, e le istituzioni spesso latitanti o in ritardo. “Si aspetta sempre l’irreparabile prima di agire”, si legge nella nota.

Alla luce dell’ennesima tragedia, la CUB Trasporti chiede l’apertura urgente di un tavolo presso la Prefettura di Roma, con la partecipazione del Ministero del Lavoro e del Ministero dei Trasporti, per affrontare una situazione definita “fuori controllo” non solo a Fiumicino, ma anche in numerosi altri scali italiani. L’obiettivo è definire interventi concreti contro lo sfruttamento, la precarietà e il crollo delle tutele.

La CUB Trasporti conferma lo sciopero nazionale del comparto aereo-aeroportuale e dell’indotto per sabato 26 luglio 2025 dalle 13 alle 17, coinvolgendo tutti i lavoratori delle aziende associate a:
Assaeroporti, Aeroporti 2030, AssoHandlers, FAIRO, FederCatering/AssoCatering, Assaereo, Assocontrol, Assologistica e altre.

Saranno garantiti i voli definiti dalla lista ENAC e i collegamenti da/per Palermo.

Il sindacato lancia un duro attacco al Governo e al disegno di legge in discussione in Parlamento, che punta a limitare i pronunciamenti giudiziari (soprattutto nei tribunali lombardi) in favore dei lavoratori. “È vergognoso – scrive la CUB – che mentre aumentano morti, incidenti, precarietà e povertà salariale, si tenti di bloccare in aula ciò che i giudici riconoscono ai lavoratori come diritto”.

La CUB Trasporti esprime il proprio cordoglio e la più profonda solidarietà alla famiglia dell’operaio scomparso, ai suoi colleghi e a tutti i lavoratori che ogni giorno, spesso dimenticati, continuano a garantire con fatica e rischio i servizi essenziali del trasporto aereo italiano.

Roma, 23 luglio 2025

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