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Rapporto Istat 2025 conferma notevole calo dei salari

Il rapporto Istat 2025, uscito il 20 maggio, che fotografa la situazione dell’Italia, contiene una serie di dati interessanti che confermano la difficile situazione dei lavoratori e smentiscono per molti versi le note di ottimismo enunciate dal Governo.

Vediamo in sintesi alcuni dati significativi.
Retribuzioni Dal 2019 al 2024 a fronte di una inflazione del 21,6% i salari sono cresciuti solo del 10,1%. La differenza in negativo è dell’11,4%. Ciò determina una perdita del potere di acquisto dei salari in Italia del 4,4 %, mentre gli altri stati Europei hanno tenuto e in Spagna c’è stato un aumento del 3,9 %.
Inflazione Nel 2024 l’inflazione stimata è del 1,1 €, anche se da gennaio a marzo è aumentata del 1,9 %. Il dato chiamato IPCA è quello che verrà poi usato per stabilire gli aumenti riferiti al contratto metalmeccanici.
Produzione industriale Si conferma il calo che va avanti da due anni. Nel 2025 è calata del 4% a cui va aggiunto il calo del 2023 del 2%. Pertanto in due anni il calo è del 6%.
Il calo riguarda non solo il settore auto, ma è generale; su questo c’è il silenzio assoluto.
Occupati e disoccupazione Gli occupati in Italia sono 23,9 milioni con un tasso di occupazione del 62,2 %, un tasso di disoccupazione del 6,5% e un tasso di inattività del 33,4 %. Aumentano gli occupati nella fascia di età tra i 55 e 64 anni (+ 1,7%) per effetto dell’aumento dell’età pensionabile, mentre calano gli occupati tra i 24 e 44 anni.
Contratti di lavoro Aumentano i contratti a tempo indeterminato (+3,3%) perché gli anziani non vanno in pensione e rimangono al lavoro e diminuiscono i contratti a termine (-6,8%) per effetto del calo della produzione industriale.
Povertà assoluta 2,2 milioni di famiglie pari all’8,4 % del totale sono in povertà assoluta e sono in costante aumento dal 2024 in poi.
Rinuncia prestazioni sanitarie è cresciuta del 7,5% rispetto al 2023 e questo è un dato molto preoccupante che certifica la difficoltà economica dei pensionati e lavoratori.

Commento di Cub Legnano: I dati certificano una situazione pesante che smentisce l’ottimismo del governo. Tra i lavoratori e pensionati la percezione reale è ancora più negativa. Quello che determina tutto è la notevole diminuzione dei salari. Da qui dobbiamo partire analizzare la situazione. Occorre una mobilitazione generale per aumentare i salari e pensioni, vanno ripristinati gli adeguamenti automatici rispetto all’inflazione e va introdotto il salario minimo.
E poi non va dimenticato che nonostante la produzione industriale cali, con un aumento notevole delle ore di cassa integrazione, senza che il governo faccia nulla, i profitti delle imprese e delle banche stanno esplodendo.

ISTAT, RAPPORTO ANNUALE 2025 IN PILLOLE

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