Martedì 13 maggio: il lavoro sociale ha scioperato ancora
A poco più di un anno dal grande sciopero nazionale per l’internalizzazione dei servizi socio educativi e socio assistenziali in appalto e accreditamento, le lavoratrici e i lavoratori sono tornati in piazza, per rivendicare il diritto a un lavoro stabile e dignitoso.
La situazione di chi lavora nel terzo settore esternalizzato rimane ai limiti della sostenibilità: incertezza sugli stipendi (peraltro già molto bassi), part time involontario e part time ciclico verticale (con conseguente interruzione di stipendio nei mesi estivi) mancati pagamenti per le assenze degli utenti, sicurezza sul lavoro sono solo alcuni dei problemi che da anni funestano il settore.
Il personale educativo, in particolare, subisce, ogni anno, la sospensione del contratto e della retribuzione nei mesi estivi, senza avere accesso ad alcuna forma di ammortizzazione sociale.
Le inaccettabili condizioni di lavoro determinano un turnover elevatissimo che, causando la perdita di efficienza e di efficacia dei servizi, danneggia non solo le lavoratrici e i lavoratori ma l’utenza.
Con l’accorpamento dei DDL n. 236, n.1141 e 793 in un unico testo è sfumata la tanto attesa internalizzazione del servizio per l’autonomia e la comunicazione al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Ancora una volta si è deciso di scaricare la patata bollente agli enti locali, i quali tuttavia, finora, hanno seguito il percorso inverso, esternalizzando progressivamente tutti i servizi e lamentano la strutturale insufficienza delle risorse, come dichiarato dalla stessa ANCI, in audizione in Senato.
Per questi motivi, i sindacati CLAP e CUB hanno deciso di aderire allo sciopero nazionale partecipando, a Roma, alla manifestazione che si è tenuta davanti al Ministero del Lavoro. La piazza, animata da moltissimi lavoratori e lavoratrici, ha chiesto a gran voce una misura compensativa per l’interruzione estiva della retribuzione e l’avvio di un percorso di reinternalizzazione dei servizi, a cominciare da quello di educativa scolastica, unica vera soluzione che restituirebbe una dignità al lavoro, garantendo la qualità dell’assistenza.
È inaccettabile che siano proprio lo Stato e gli enti locali a produrre lavoro povero, relegando una parte dei cittadini e delle cittadine ai margini della società!
Una delegazione delle OO.SS. presenti è stata ricevuta dal Gabinetto del Ministro. Il confronto si è concentrato sui temi posti dalla piazza e, più in generale, sulle condizioni di lavoro nel settore, ormai insostenibili.
Sono stati sollevati i temi del part time involontario, del part time ciclico, dei livelli salariali, degli orari di lavoro logoranti, della formazione e della sicurezza. Una prima interlocuzione positiva, che può aprire un importante percorso di confronto.
Il Gabinetto si è impegnato a valutare una soluzione praticabile per garantire continuità retributiva a tutte le lavoratrici e i lavoratori che subiranno l’interruzione di stipendio, oltre a farsi promotore di un dialogo con gli altri ministeri competenti, per affrontare le numerose questioni poste dalla delegazione.
Una giornata importante che, però, da sola non sarà sufficiente. La mobilitazione delle operatrici e degli operatori dovrà necessariamente continuare con forza, in particolare a partire da settembre.
CUB di Roma