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Sciopero Cup a Roma questa mattina

Grande partecipazione al presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dei CUP e dei servizi amministrativi che si è tenuto stamattina (mercoledi’ 8 ottobre) davanti al Palazzo della Regione Lazio. Tantissimi sono stati inoltre i lavoratori e le lavoratrici che hanno incrociato le braccia, impedendo l’apertura di molti dei presìdi sul territorio.

Ormai sempre più spesso la questione salariale in Italia occupa le prime pagine dei giornali, mentre il Governo nega la necessità di un salario minimo, ma non viene abbastanza sottolineato che, in buona parte, i lavoratori e le lavoratrici più poveri sono quelli e quelle che lavorano nei servizi pubblici, gestiti direttamente dallo Stato o dagli enti territoriali.

Questi lavoratori e lavoratrici protestano contro le condizioni di sfruttamento alle quali sono costretti da anni:  nonostante svolgano un servizio fondamentale e complesso per assicurare ai cittadini e alle cittadine l’accesso ai servizi sanitari, percepiscono salari al limite della soglia di povertà (e in alcuni casi decisamente sotto, come ad esempio il personale della ASL Roma 6), con contratti part time quasi sempre involontario, che li rendono costantemente ricattabili.

Nella ASL ROMA 6, in particolare, nonostante le numerose segnalazioni e diffide da noi inviate, è ancora applicato il CCNL SAFI (servizi ausiliari e fiduciari), non rinnovato dal 2015 e formalmente disdettato dall’unica organizzazione sindacale firmataria nel 2022. Un contratto collettivo assolutamente illegittimo, con un salario di 6.60 lordi l’ora, che certamente non consente una vita dignitosa.

Nonostante la disponibilità della Regione Lazio a incontrare una delegazione dei sindacati CUB Sanità e COBAS, dobbiamo rilevare che, da parte del committente, non c’è alcuna volontà di ascolto nei confronti delle istanze dei lavoratori e delle lavoratrici, né in merito all’internalizzazione, nemmeno tramite una società in house, né al riconoscimento, almeno, del quarto livello del CCNL Multiservizi.

L’unico impegno è quello di garantire, nel prossimo cambio di appalto, il mantenimento del posto di lavoro agli attuali operatori/trici.

Noi, comunque, non ci arrendiamo!

Continueremo a lottare al fianco della lavoratrici e dei lavoratori, per ottenere condizioni di lavoro più stabili e dignitose, nella convinzione che l’unica vera soluzione è la stabilizzazione nei ruoli del pubblico impiego!

CUB Sanità di Roma e Provincia

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