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Solidarietà Cub a Mohamed Shahin, raggiunto da decreto di espulsione

La Cub esprime la sua solidarietà a Mohamed Shahin, imam egiziano della moschea di via Saluzzo a Torino, raggiunto nei giorni scorsi da un decreto di espulsione firmato dal ministro Piantedosi su sollecitazione della deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

L’accusa è di aver giustificato pubblicamente, nel corso di una manifestazione a favore della Global Sumud Flotilla tenutasi a Torino il 9 ottobre scorso, gli attacchi del 7 ottobre come atto di resistenza del popolo palestinese e reazione all’ occupazione israeliana.

Al netto della condivisibilità di tale posizione (che lo stesso Shahin è intervenuto a chiarire è moderare nei giorni successivi) riteniamo che il provvedimento spiccato nei confronti di Shahin rappresenti una grave violazione dei diritti umani da più punti di vista.

In primo luogo è stata criminalizzata un’opinione politica, cosa che in Italia configura una violazione degli articoli 3 e 21 della Costituzione. È gravissimo che il clima politico attuale (tra Decreto Sicurezza e DdL Gasparri) giustifichi in modo sempre più palese la compressione della libertà di opinione e la repressione di quanti esprimono opinioni non in linea con la vulgata.

In secondo luogo Shahin è oggi detenuto nel CPR di Caltanissetta a seguito della revoca del permesso di soggiorno di lungo periodo, motivata da ragioni di ‘ordine pubblico’. Shahin, incensurato, viene internato nel CPR, come tutti i migranti irregolari senza aver commesso alcun tipo di reato. La perversione del sistema dei CPR è infatti radicata nel fatto che vi si è Internati a seguito di un provvedimento amministrativo (quindi gestito dal potere esecutivo) e senza passare attraverso il sistema giudiziario. Il sistema dei CPR dunque rappresenta un gravissimo vulnus in uno stato che si voglia definire liberale, perché ignora l’ABC dei sistemi liberali, ovvero la separazione dei poteri e il diritto a un giusto processo.

Ricordiamo infine che su Shahin (i cui avvocati hanno presentato domanda di protezione internazionale) pende la minaccia del decreto di espulsione verso l’ Egitto, paese responsabile di acclarate violazioni dei diritti umani nonché della morte di Giulio Regeni e della detenzione di Patrick Zaki. Non è un caso che negli ultimi anni lo strumento dei decreti di espulsione abbia colpito proprio attivisti per i diritti umani, spesso rimpatriati in paesi in cui i diritti civili non vengono rispettati.
L’ insieme dei provvedimenti adottati nei confronti di Shahin rappresenta non solo una grave minaccia per la sua incolumità fisica e una ingiustificabile violazione dei suoi diritti, ma anche un gravissimo precedente per la tutela della libertà di parola e di espressione nel nostro paese.
Per questo, tra le tante voci che si sono levate in solidarietà a Shahin, anche la CUB ribadisce il suo sostegno, nell’ ottica di una denuncia di più ampio respiro dei provvedimenti repressivi e lesivi dei diritti civili che con frequenza sempre maggiore si stanno abbattendo negli ultimi mesi su quanti contestano il genocidio a Gaza, l’occupazione della Palestina e la politica di riarmo.

Anche Mohamed Shahin condanna l’assalto a La Stampa:34 identificati nella protesta per l’espulsione dell’imam“, l’Unità 1 dicembre 2025

Torino Today sul corteo del 28 novembre e la solidarietà all’imam egiziano.

Quotidiano Piemontese

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