L’8 e 9 giugno saremo chiamati a votare per i 4 quesiti referendari “sul lavoro” promossi dalla CGIL
Il primo quesito propone, nelle imprese con più di 15 dipendenti, di ritornare alla disciplina sanzionatoria i vigore prima del Job’s Act in caso di licenziamento illegittimo. Non vi sarà un ritorno all’originale disciplina sanzionatoria forte prevista dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori del 1970 ma sarebbe comunque un miglioramento.
Il secondo quesito propone di eliminare, nelle imprese sotto i 15 dipendenti, i massimali economici di risarcimento in caso di licenziamento ingiustificato (oggi previsti a 6,5 mensilità). Saranno quindi i giudici a dover stabilire l’indennizzo equo per il lavoratore, tenendo conto di: anzianità di servizio, dimensioni aziendali e comportamento delle parti.
Il terzo quesito eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali” disponendo la possibilità di rinnovare i contratti a termine solo nei casi previsti dai CCNL oppure per sostituzione di altri lavoratori. Le aziende potranno comunque continuare a fare un contratto di assunzione più quattro proroghe, entro un periodo massimo di 2 anni.
Il quarto quesito, mira a estendere la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni sul lavoro subìti dai dipendenti dell’appaltatore e di ciascun subappaltatore oltre la quota indennizzata dall’Inail.
Il quinto quesito propone di dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.
SUL METODO DEL REFERENDUM
Il referendum è uno strumento rischioso per i lavoratori, perchè chiama a votare tutti i cittadini, anche quelli non interessati da queste modifiche. Per non parlare poi della scarsa partecipazione degli elettori, che negli ultimi anni ha portato più referendum a non raggiungere neanche il quorum di validità. I Referendum sono importanti, ma non sufficienti.
BISOGNA ANDARE A VOTARE MA BISOGNA ANCHE rilanciare una piattaforma rivendicativa e una proposta di mobilitazione nei luoghi di lavoro che chieda:
-AUMENTI SALARIALI DI 300€IMMEDIATI E RIPRISTINO DELLA SCALA MOBILE.
-CANCELLAZIONE DEL JOB’S ACT E DELLA RIFORMA FORNERO PER IL RIPRISTINO DELL’ORIGINALE ART.18.
-CANCELLARE I CONTRATTI PRECARI, INTERNALIZZAZIONE DEGLI APPALTI.
-RIPRISTINO DI UN REDDITO MINIMO GARANTITO.
-NO AL RIARMO EUROPEO, SÌ AGLI INVESTIMENTI PER LE CASE POPOLARI, LA SCUOLA, I TRASPORTI E LA SANITÀ PUBBLICA.
-PER UNA LEGGE DEMOCRATICA SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE NEI LUOGHI DI LAVORO.
SPORTELLO LAVORO NORD MILANO
Via Marx, 495 (accanto alla farmacia)
TUTTI I VENERDI’ dalle ore 18 alle ore 20
Confederazione Unitaria di Base di Milano e prov. – Sede provinciale Milano, V.le Lombardia, 20 (M2 Piola)-Tel. 02/70631804