L’organizzazione sindacale FLMU-CUB denuncia pubblicamente quanto sta accadendo all’interno dell’indotto Stellantis di Cassino ovvero centinaia di licenziamenti di operai, camuffati da dimissioni “volontarie”.
Praticamente obbligano i lavoratori al trasferimento in altra sede a circa 150 chilometri di distanza, anche se sono part-time a 900 euro al mese, senza alcuna indennità di alloggio, costringendoli a provvedere personalmente all’affitto dell’appartamento, a lasciare casa e famiglia e finanche con congiunti invalidi, obbligandoli, de facto, alle dimissioni. Si tratta molto spesso di operai ultracinquantenni con più di 30 anni di servizio e talora con evidenti problemi di salute che si aggravano a seguito di un trasferimento presso una sede così distante.
È già accaduto agli operai della De Vizia, della Iscot e di altre ditte dell’indotto, e continuerà a ripetersi anche nell’immediato futuro per altre società. Il principio, sarebbe quello di offrire un altro lavoro dove le commesse apparirebbero più stabili ma in realtà è un modo surrettizio, per non dire “ripugnante”, per indurti al licenziamento.
E tutto ciò è svelato proprio dal caso degli operai della Iscot del cantiere di Cassino, costretti a trasferirsi in modo definitivo ad Atessa, dove, combinazione vuole, gli stessi operai della Iscot della Sevel sono in Cassa Solidarietà ovvero un cantiere in cui già ci sono esuberi strutturali. Cioè, ordinano i trasferimenti in uno stabilimento che non abbisogna di altro personale e con la Cassa Solidarietà già in essere.
È palese, in questa circostanza, quanto le cosiddette esigenze per “motivi tecnico – organizzativi”, alla base del motivo dei trasferimenti, non sussistano.
Nello specifico la società Iscot è da mesi che “gioca sporco” con gli operai e che usa tutti i possibili espedienti per indurli alle dimissioni volontarie, operando una serie di pressioni che travalicano le norme contrattuali, le leggi e addirittura gli accordi sindacali da loro stessi sottoscritti. Un “gioco sporco” che ha già decimato più della metà della forza lavoro.
L’impunità con la quale le società dell’indotto Stellantis proseguono con questi “licenziamenti-fantasma” è tale perché non vi è la volontà di aprire una vertenza territoriale per definire una questione, quella della deindustrializzazione dell’area industriale del cassinate, che andrebbe affrontata complessivamente. Continuare ad aprire singoli tavoli tecnici presso Regione e Ministero vuol dire avere un potere contrattuale molto flebile e non considerare la portata complessiva di ciò che sta avvenendo in questi mesi sul territorio.
Si facilita l’espulsione di personale con metodi “indolore” e in modo che vengano riversati i costi sull’erario pubblico, a carico dell’INPS in termini di Trattamenti di Fine Rapporto e NASPI.
Per questi motivi la FLMU-CUB reitera la richiesta di un incontro congiunto con le altre forze sociali del territorio per l’apertura di una vertenza territoriale che definisca la portata complessiva della deindustrializzazione dell’area del cassinate.
Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti – Confederazione Unitaria di Base