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Trasparenza retributiva, il 7 giugno 2026 scatta obbligo

Trasparenza retributiva: Il 7 giugno 2026 SCATTA L’OBBLIGO per gli Stati membri dell’Unione europea di recepire la direttiva con precise indicazioni sulla trasparenza salariale.

“L’Italia non è messa bene” – commentano dalla Cub di Venezia – “Sono passati quattro anni dalla direttiva sulla trasparenza retributiva dell’Unione europea ossia da quando, nel
marzo 2021, la Commissione ha dato precise indicazioni per rafforzare il principio della parità. A maggio 2023 il Parlamento europeo ha stabilito che gli Stati membri devono recepirla entro il 7 giugno 2026.”

A meno di un anno l’Italia risulta essere uno dei Paesi dove si registrano i minori tassi di pubblicizzazione dei salari negli annunci (19,3% nel dicembre 2024, contro, ad esempio il 50,7% in Francia e il 69,7% in UK). Una situazione che trova conferma anche nelle risposte degli oltre cinquecento datori di lavoro che hanno partecipato al sondaggio. Meno di un’impresa su due (ovvero il 43%) dichiara di adottare una politica di trasparenza sulle retribuzioni.
Non va dimenticato poi che il Consiglio dell’Unione europea ha incluso proprio la trasparenza retributiva tra le priorità della strategia per la parità di genere 2020-2025, evidenziando l’impegno dell’Ue nel promuovere politiche salariali più trasparenti per ridurre le disuguaglianze di genere.
Purtroppo molti contratti collettivi nel nostro Paese sono ancora in via di definizione e di rinnovo cosa non da poco visto il potere d’acquisto sempre minore registrato negli anni.
Le statistiche pubblicate dall’Organizzazione mondiale del lavoro evidenziano che nessuno sta peggio dell’Italia, dove i salari reali dal 2008 al 2024 segnano un -8,7% rappresentando il calo più significativo dei paesi del G20.

Poi c’è la questione dei Sussidi Ambientali Dannosi (SAD): In base alla legge n. 221 del 28 dicembre 2015 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) era incaricato a predisporre un “Catalogo dei sussidi ambientali dannosi e dei sussidi ambientali favorevoli” entro il 30 giugno di ogni anno.
Nel 2023 non è stato presentato nessun aggiornamento e solo a dicembre 2024, in ottemperanza di un “traguardo” (milestone) del PNRR, sono stati pubblicati i dati relativi al 2022, anno peraltro anomalo per l’aumento sui sussidi sull’energia dove si doveva fronteggiare l’improvviso aumento dei prezzi del gas naturale sui mercati internazionali.

I sussidi erano distribuiti in cinque categorie: Agricoltura e pesca, Energia, Trasporti, IVA agevolata e Altri Sussidi. La loro ripartizione purtroppo è troppo generica per identificare i beneficiari dei sussidi.
E’ evidente che eventuali tagli ai SAD sono politicamente difficili una volta identificati i beneficiari.
Per il 2022 i principali beneficiari risultano essere:
 Gli agricoltori, a cui vanno 1,7 miliardi come sconti su accise e IVA;
 Gli autotrasportatori, col rimborso dell’accisa sul gasolio per 1,1 miliardi;
 Le imprese manifatturiere (3,9 miliardi), che ricevono gratuitamente permessi di emissione di CO2, più qualche sconto di tasse sull’energia;
 Le imprese che conferiscono rifiuti in discarica senza recupero di energia, che beneficiano di IVA agevolata per 0,9 miliardi;

La motivazione di eventuali tagli di queste voci porterebbe ad accuse tipo la concorrenzialità dei prodotti italiani. Infine ci sono sussidi di cui cui dovrebbero beneficiare gli utilizzatori dei mezzi di trasporto: il trasporto aereo, marittimo, ferroviario, TPL e taxi.
Il sussidio relativo alle agevolazioni sull’energia elettrica per uso industriale, eliminato nel 2022, è stato sostituito da misure di emergenza. Gli effetti finanziari di tali provvedimenti non sono però inclusi nella stima dei sussidi monitorati dal Catalogo.

Ora il governo dovrà ridurre i SAD entro dicembre 2025 e dovrebbe prevedere di riallineare la tassazione di gasolio e benzina.

QUESTE SONO DUE QUESTIONI SU CUI DOBBIAMO RIFLETTERE E INDIVIDUARE INIZIATIVE PER LA PRESA DI COSCIENZA DA PARTE DI TUTTI I LAVORATORI E SULLE INIZIATIVE DA METTERE IN CAMPO.

CUB VENEZIA, 11/06/2025

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