NAPOLI, 25 luglio 2025 – Questa mattina, poco dopo le ore 9:30, tre operai hanno perso la vita nel quartiere Arenella (via San Giacomo dei Capri), precipitando da un montacarichi in uso al cantiere, durante la ristrutturazione di una palazzina di sei piani. Il vano elevatore del ponteggio mobile si sarebbe capovolto improvvisamente, facendo precipitare i tre lavoratori da un’altezza di circa venti metri. Secondo le prime ricostruzioni, l’impalcatura si è ribaltata, causando il crollo letale.
I lavoratori sarebbero precipitati da un’altezza di diversi metri a causa dell’assenza di adeguate protezioni e dispositivi di sicurezza. Le indagini sono in corso, ma lo scenario è purtroppo quello già visto troppe volte: ritmi serrati, subappalti a cascata, tagli al personale, controlli ridotti all’osso.
Marcelo Amendola, segretario nazionale della CUB, commenta con durezza:
“Siamo davanti all’ennesimo omicidio sul lavoro, frutto di una politica criminale che sacrifica vite umane in nome del risparmio e della produttività. Questo governo ha tagliato i fondi agli ispettorati, depotenziato la formazione, ignorato ogni richiesta di rafforzamento della prevenzione. Hanno le mani sporche del sangue di questi lavoratori.”
La Confederazione Unitaria di Base sottolinea come i morti sul lavoro nel 2025 abbiano già superato quelli dell’anno precedente, mentre le aziende continuano a godere di sgravi e impunità. La precarietà, la deregolamentazione e la logica del massimo ribasso alimentano ogni giorno una spirale di morte che colpisce operai, tecnici, facchini, edili, giovani e pensionati costretti a lavorare.
“Non bastano i minuti di silenzio. Servono scelte radicali: ispettori sul territorio, pene reali per chi viola la sicurezza, blocco dei subappalti a cascata, potere reale ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. E invece questo governo – prosegue Amendola – fa passerelle mediatiche e intanto smantella le tutele. È ora di dire basta.”
La CUB esprime cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e rilancia l’appello all’unità dei lavoratori e delle lavoratrici per dire NO a un sistema che uccide, e per costruire una mobilitazione nazionale contro le morti sul lavoro.