Sono passati quasi mille giorni dall’inizio della vertenza a sostegno delle lavoratrici Tis e Rmi di Basilicata e più di 800 giorni da quando è stata messa in piedi la tenda nei pressi del palazzo del governo regionale. Una resistenza e una lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Tis e Rmi sempre presenti alle iniziative che unitamente al sindacato ha portato dei risultati.
Il primo passo è stato quello di far conoscere la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori Tis e Rmi a tanti che non conoscevano la loro situazione, attraverso articoli giornalistici di storie vissute dagli stessi lavoratori, coinvolgendo gli organi di stampa nazionali e regionali. Molte sono state anche le manifestazioni sotto il Palazzo regionale.
Si è andati per i paesi della provincia di Potenza e della Provincia di Matera distribuendo volantini, facendo conoscere ai cittadini lucani la situazione dei lavoratori Tis e Rmi.
Si è cercato di intercettare i lavoratori sparsi per i 131 Comuni della Basilicata, anche con il sostegno di uomini come il parroco don Salvatore Dattero, il parroco don Filippo Lombardi (già impegnato in passato sulla vertenza del 2003 contro il deposito nazionale di scorie nucleari a Scanzano) e altri uomini che, come loro, hanno sostenuto le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori Tis e Rmi.
Durante questa lotta, siamo riusciti a ottenere per tutti i lavoratori Tis e Rmi di Basilicata un aumento del sussidio e la possibilità per tutti di poter avere un contratto di lavoro idraulico forestale.
Ovviamente si sono raggiunti dei risultati anche perché, dopo tantissimi giorni di resistenza, di lotta e di iniziative, vi è stata un’apertura da parte del governo regionale. L’Assessore Michele Casino, coadiuvato dalla funzionaria Giuseppina Lo Vecchio prima, l’Assessore Cupparo, coadiuvato dal direttore Antonio Bernardo e dalla funzionaria Maria Leone dopo, insieme ai componenti di Giunta e al Presidente Bardi hanno deciso che era necessario iniziare a dare delle risposte ai lavoratori e così è stato.
Rispetto a queste prime risposte reali e concrete la CUB ha deciso di rimuovere la tenda che non è di sua proprietà nei prossimi giorni, l’auspicio è quello che il buon senso possa prevalere e che si possano dare delle risposte concrete e positive anche a tutte le lavoratrici e ai lavoratori che non hanno accettato un contratto di lavoro idraulico forestale. Ci sono lavoratori che sono morti mentre lavoravano, altri che hanno malattie tumorali e problemi seri di salute che sono stati per anni e anni utilizzati e hanno lavorato presso i Comuni, in cambio di un piccolo sussidio e non possono essere buttati sul lastrico e/o ancora tenuti senza che venga riconosciuto loro il diritto di curarsi senza perdere il sussidio. Ci vogliono un contratto e un salario che bastino per vivere dignitosamente e non elemosine.
E’ necessario che vengano convocati tutti i sindaci utilizzatori del lavoro svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori Tis e Rmi e che non hanno accettato un contratto idraulico forestale, per chiedere loro, in base alle competenze e professionalità acquisite dai lavoratori, l’assunzione presso i Comuni, esattamente come ha fatto il sindaco di Avigliano Giuseppe Mecca, poiché non ci vogliono necessariamente leggi nazionali o europee per arrivare ad assumere i lavoratori presso i Comuni bensì la volontà politica e le leggi nazionali ed europee servono da supporto.
Ci vogliono dei semplici concorsi (come ha fatto il Sindaco di Avigliano) finalizzati ad assumere gli stessi lavoratori che da anni vengono utilizzati presso le strutture pubbliche e nelle case comunali. I lavoratori possono lavorare ed essere da supporto anche presso le strutture ospedaliere e sanitarie sparse per il territorio regionale.
Il governo regionale può dare ulteriori risposte e non solo un contratto di lavoro in attività idraulico forestale per chi ha deciso di non aderire alla forestazione.
I lavoratori Tis e Rmi sono da anni e anni impegnati al servizio della collettività, una comunità si può definire tale se si terranno presenti le aspirazioni di tutti quelli che hanno lavorato e lavorano per essa senza ricevere i diritti riconosciuti invece ad altri.
Come CUB continueremo a sostenere le ragioni, sia dei lavoratori che hanno aderito alla forestazione, che dovranno avere gli stessi diritti degli altri lavoratori impegnati nel settore forestale, sia le ragioni dei lavoratori che hanno maturato professionalità e competenze presso i Comuni, nonché di tutti i lavoratori che nel corso degli anni non hanno avuto nessun diritto se non quello di ricevere un piccolo sussidio, si sono ammalati e non possono essere gettati come sacchi di spazzatura.
Invitiamo per questo l’assessore Cupparo a farsi promotore di un incontro in tempi brevi da tenere con tutti i sindacati impegnati da anni in questa vertenza.