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8 marzo 2024: “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo”

Al momento, a fronte dell’intervento della Commissione di Garanzia, lo Sciopero dell’8.3.2024 è stato: revocato, a causa della tornata elettorale, nei settori soggetti alla L.146/90 e succ. mod, della Regione Abruzzo ed è stata ritirata l’adesione allo Sciopero, sempre a seguito della segnalazione della Commissione suddetta, nel settore dei Trasporti.

Lo sciopero dell’8 marzo 2024, invece, resta confermato, in tutti gli altri settori.

Ancora una volta la Cub ha scelto di partecipare a questa giornata di lotta internazionale a sostegno di una parità di genere nel lavoro e nella vita che resta una chimera.

Basti pensare che Nel 2023 si sono registrati 118 femminicidi di cui 96 in ambito familiare. Le molestie sul lavoro esistono ancora e spesso si tace per paura di ritorsioni. La presenza di lavoro femminile in settori di cura quali badanti, baby-sitter, tuttofare è ancora molto alta e mal pagata, associata a precarietà, part-time involontario e sfruttamento.

Le donne pagano il prezzo più alto della privatizzazione dei servizi sia come utenti sia come lavoratrici. Per non parlare della esternalizzazione dei servizi che espone, in particolare le lavoratrici, a contratti peggiorativi e ad insicurezza lavorativa, nonché a retribuzioni inferiori a quelle dei loro colleghi.

Qual è il senso di tale proclamazione? Il cambiamento richiede uno sforzo culturale che investa tutti gli ambiti della società: la famiglia, la scuola, il lavoro, la mente e il cuore degli individui. E’ necessario dire basta alla violenza di genere, ai femminicidi. I recenti fatti venuti alla cronaca sono la punta dell’iceberg di una cultura radicata nelle istituzioni, nell’economia, nel sistema, che si nutrono di diseguaglianze, gerarchie, razzismo e prevaricazione.

Con lo sciopero dell’8 marzo si vuole sottolineare come il movimento femminista sia un movimento di inclusione volto a combattere ogni discriminazione. Scioperiamo dal lavoro dentro e fuori casa per evidenziare il nesso tra il lavoro produttivo e quello riproduttivo: la lotta alla violenza di genere è lotta per l’autonomia, per il salario minimo e per il reddito di autodeterminazione (forma di introito minimo garantito come misura di tutela e indipendenza con il criterio di individualità).

Lottiamo per un welfare includente, aperto e garantito, sul diritto all’abitare, per rivendicare il diritto alla salute, all’aborto, contro la dismissione di tutti i servizi sociali, sanitari e educativi, perché questi tagli ricadono doppiamente sulle donne rendendole più esposte allo sfruttamento e alla violenza. Lottiamo per dire basta agli omicidi sul lavoro, all’omertà che permette di privilegiare il profitto rispetto alla sicurezza, per abbattere le barriere, contro i bassi salari, la revoca delle poche misure di contrasto alla povertà – come il reddito di cittadinanza – la precarietà dilagante, la disoccupazione, le pensioni da fame e tutte le altre forme di violenza economica.

Rimettiamo al centro il lavoro riproduttivo che svolgono le donne e le persone femminilizzate, anche se formalmente disoccupate, che consente la gestione delle famiglie, la cura dei disabili e degli anziani e la riproduzione sociale.

L’8 marzo 2024, scioperiamo anche per chiedere il cessate il fuoco immediato e permanente, la fine del genocidio e dell’occupazione da parte di Israele e la liberazione della Palestina. Vogliamo tenere alta l’attenzione anche su tutti i conflitti armati attualmente in corso, dall’Ucraina, al Sudan, alla Siria e al Kurdistan.

Vi invitiamo a consultare sul sito di NUDM: https://nonunadimeno.wordpress.com/ i dettagli delle iniziative, ricordandovi che l’adesione allo sciopero è assolutamente legittima.

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE

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