Decine di migliaia di lavoratori, studenti, attivisti per la pace e associazioni palestinesi in piazza in varie città – Milano, Roma, Torino, Genova, Trento, Firenze, Napoli – per chiedere di fermare il genocidio in corso in Palestina e rompere ogni collaborazione con Israele. Per chiedere salari più alti e scelte economiche a favore di famiglie, welfare, scuola e trasporti locali.
Oggi numerose le cancellazioni e i ritardi nel trasporto ferroviario e aereo, le linee metropolitane di Milano, Genova, Roma e Napoli a singhiozzo fino a stasera
Manifestazioni e cortei da nord a sud, contro la guerra e l’economia di guerra e a favore di una politica economica volta a rifinanziare i servizi pubblici e a ridare dignità e potere d’acquisto ai lavoratori e alle famiglie italiane.
Indetto dai sindacati di base – Cub, Usb, Sgb, Adl, Cobas – allo sciopero e alle manifestazioni hanno partecipato anche le associazioni che riuniscono e rappresentano i cittadini palestinesi in Italia e migliaia di cittadini scesi in piazza a sostegno della mobilitazione nazionale che ha interessato il settore pubblico e privato per tutta la giornata e che ha espresso la diffusa contrarietà del Paese rispetto all’appoggio del nostro governo alle operazioni militari israeliane a Gaza, dove il numero di morti e i feriti tra la popolazione civile fa ormai unanimemente parlare di ‘genocidio’.
Le parole d’ordine che hanno risuonato lungo le strade a partire da questa mattina erano accomunate dallo sdegno per il genocidio dei palestinesi, per l’invio di armi ad Israele, il riarmo e la guerra, con un aumento delle spese militari spropositato e assolutamente contrario alle reali necessità del Paese, che chiede salari e pensioni adeguate al costo della vita e soluzioni concrete per arginare la precarietà e lo sfruttamento e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
La richiesta non più rinviabile è che il governo lavori per la pace, interrompa le relazioni diplomatiche ed economiche con Israele e investa molto di più su scuola, trasporti e welfare.
A Milano una delegazione aveva chiesto di essere ricevuta dal sindaco Sala che però ha rifiutato di aprire le porte del Comune ai manifestanti che avevano terminato il corteo proprio sotto le finestre del Palazzo comunale in piazza Scala.