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Scali di Pisa e Firenze: sciopero handlers aeroportuali il 6 settembre

Firenze, 8 agosto 2025 – Dopo oltre un mese di tentativi di mediazione, conclusi senza alcun risultato, la CUB Trasporti annuncia la prima azione di sciopero per il personale di Consulta degli scali di Firenze e Pisa. La decisione arriva a seguito dell’apertura delle procedure di raffreddamento avvenuta il 26 giugno 2025 e della loro chiusura, con esito negativo, il 24 luglio presso la Prefettura di Firenze.

Le motivazioni sono chiare e già ampiamente esposte nella lettera di apertura delle procedure: mancata disponibilità aziendale ad aprire un vero confronto su questioni cruciali per le condizioni di lavoro, dall’organizzazione dei turni e degli straordinari, all’uso di strumenti di gestione del personale non previsti dal CCNL Trasporto Aereo – sezione Handlers.

A ciò si aggiunge un contesto strutturale problematico: la liberalizzazione del servizio di handling imposta dalla UE e i processi di privatizzazione che hanno portato all’arrivo di Toscana Aeroporti; per anni, servizi di carico e scarico affidati in appalto a cooperative con forti differenze salariali rispetto al personale delle società aeroportuali; la successiva reinternalizzazione decisa dall’ANAC, che però ha lasciato alle aziende la possibilità di mantenere orari spezzati in contrasto con il contratto nazionale. Restano inoltre irrisolti problemi nella gestione delle buste paga, carenza di strumenti di lavoro, DPI insufficienti, e il mancato lavaggio delle divise – simbolo di un settore dove la compressione del costo del lavoro prevale sulla tutela delle persone.

Per queste ragioni la CUB Trasporti, aderente alla Confederazione Unitaria di Base, proclama uno sciopero di 4 ore nella fascia 12:00 – 16:00 di sabato 6 settembre 2025, che coinvolgerà il personale della Consulta degli scali di Firenze e Pisa, nel pieno rispetto della Legge 146/90 e successive modifiche, garantendo le prestazioni minime essenziali.

“Non è più tempo di rinvii – commenta la CUB Trasporti Toscana –. L’azienda deve assumersi la responsabilità di affrontare i problemi e rispettare i diritti previsti dal contratto nazionale. Lo sciopero è la risposta alla sordità aziendale.”

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