CUB: LEGGE DI BILANCIO 2026, UN PROVVEDIMENTO INUTILE CHE PERPETUA IL DISFACIMENTO DEL PAESE
(A cura di Renato Strumia, Cub Sallca)
Si sta chiudendo in queste ore il “cantiere” per la legge di bilancio 2026. Un provvedimento che si preannuncia assolutamente inadeguato ad affrontare le gravissime emergenze che attanagliano il nostro Paese. A partire dai problemi che sono sotto gli occhi di tutti: la deindustrializzazione, la crisi della sanità, la precarietà dell’occupazione, l’ineguaglianza fiscale, l’impennata della povertà assoluta e relativa.
Il Documento Programmatico di Finanza Pubblica presentato alle Camere il 7 ottobre scorso dice apertamente che la crescita è asfittica e tale rimarrà: 0,5% nel 2025 e 0,7% nel 2026 e nel 2027. L’unica preoccupazione del governo è chiudere il bilancio del 2025 sotto il 3% come rapporto deficit/Pil. Questo consentirebbe al Paese di uscire dalla procedura d’infrazione e quindi si potrebbe finalmente varare un bel piano di riarmo, finanziato a debito, con le spese conteggiate al di fuori del perimetro del patto di stabilità (che ci vincola fino al 2031). Così il governo potrebbe alzare la spesa militare dai 45 miliardi attuali fino a 150 miliardi l’anno, da qui al 2035, per obbedire ai diktat degli Usa e della Nato e portare la spesa al 5% del PIL.
Di conseguenza la legge di bilancio 2026 è del tutto insignificante: il quadro tendenziale e il quadro programmatico coincidono quasi esattamente, che equivale a dire che la politica economica è morta.
La manovra consiste in 16 miliardi di euro (la più inconsistente dal 2014) con 10 miliardi di tagli alle spese e 6 miliardi di nuove entrate. Nuove entrate che dovrebbero arrivare per metà dalle banche ma abbiamo visto com’è finita la tassa sugli extra-profitti bancari nel 2024: un flop totale.
Per quanto riguarda l’IRPEF, che è pagata per l’80% da lavoratori dipendenti e pensionati, il governo sembra intenzionato ad abbassare di due punti (dal 35% al 33%) l’aliquota sul secondo scaglione (28.000-50.000 euro). Un risparmio risibile: chi guadagna 30.000 euro avrà 40 euro l’anno in più, chi ne ha 50.000 avrà 440 euro l’anno in più. Il costo totale sarà di 2.5 miliardi. Ma il drenaggio fiscale nel triennio 2022-2024 ha portato via dalle tasche dei lavoratori 25.000 miliardi di maggiori tasse (10 volte tanto). Soldi che non verranno mai più restituiti!
Per i suoi elettori e la sua base sociale invece il governo concede molto: oltre alla flat-tax (aliquota 15% fino a 85.000 euro), siamo alla nona rottamazione, con rate da pagare in nove anni. Ma anche così non basta: chi aderisce paga la prima rata e poi ricomincia ad evadere come prima: 100 miliardi di evasione fiscale sono la cifra scandalosa che non accenna a scendere.
Per la crisi demografica, il governo pagherà qualche mancetta per finanziare all’80% qualche congedo parentale in più ma il vero nodo (la precarietà e povertà del lavoro dei giovani) non viene minimamente affrontata.
I dati eclatanti sull’occupazione rivelano solo che i lavoratori anziani non riescono più ad andare in pensione e la legge di bilancio non farà altro che peggiorare la situazione, con tre mesi di allungamento oltre i 67 anni. Altro che abolire la Fornero: la stanno peggiorando.
Alla sanità andranno un paio di miliardi, una goccia nel mare, rispetto alle enormi esigenze di un settore in situazione catastrofica, tra mancanza di medici, di personale, di strumenti per garantire il recupero delle chilometriche liste d’attesa. E saranno soldi che al 40% saranno dirottati verso la sanità privata.
Persino la Confindustria esprime giudizio negativo: chiede 8 miliardi all’anno di nuovi incentivi alle imprese, anziché restituire i soldi ai lavoratori che sono stati salassati dall’IRPEF. Senza contare che il 50% dei lavoratori ha il contratto scaduto e che il potere d’acquisto, secondo i dati Istat, è calato del 9% tra 2021 e 2025.
La CUB boccia la legge di bilancio e chiede un provvedimento completamente diverso:
- Restituzione dei 25 miliardi di IRPEF pagata in più, anche ai 30 milioni di contribuenti che stanno sotto i 28.000 euro e che anche per il 2026 non avranno alcun vantaggio fiscale da questa manovra;
- Revisione delle aliquote, vera progressività dell’imposta e applicazione del principio di uguale tassazione a uguale reddito (mentre adesso tra flat-tax, cedolare secca e agevolazione alle rendite finanziarie, solo i lavoratori pagano l’aliquota marginale massima);
- Finanziamento della spesa sociale, 10 miliardi subito alla sanità pubblica, riforma della legge Fornero e finanziamento dei contratti pubblici scaduti;
- Tassa patrimoniale sui grandi patrimoni (almeno 50 miliardi) e tassazione degli extraprofitti su banche, assicurazioni, società energetiche e farmaceutiche (almeno 10 miliardi).
- Misure concrete per la lotta all’evasione fiscale e utilizzo delle risorse per politiche industriali in direzione della transizione ecologica e salvaguardia ambientale.
- Piano casa per finanziare nuove abitazioni e recuperare il patrimonio edilizio esistente, a favore dei giovani e dei meno abbienti.
🎥 Renato Strumia commenta le anticipazioni sulla prossima Legge di Bilancio (attesa in giornata) ed espone il punto di vista della Cub riguardo le reali necessità e le misure che andrebbero adottate per far ripartire il Paese in una direzione di crescita e di miglioramento delle condizioni di vita di tutti, soprattutto con un sostanzioso rifinanziamento del welfare. (Link al video)