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Dalla Palestina all’economia di guerra: verso uno sciopero contro la Finanziaria

La manovra di finanza pubblica per il triennio 2026-2028 non va nella direzione auspicata e necessaria ossia non andrà ad alzare i salari e le pensioni, non farà crescere i servizi pubblici adeguando il welfare ai reali bisogni, non assegna risorse a sanità e istruzione, non arresta il dissesto idrogeologico dei nostri territori, dimentica le bonifiche ambientali.

E’ inutile rincorrere il Governo sulle cifre, possono fornire dati parziali per dimostrare l’esatto contrario di quello che stanno facendo e vendere un’immagine a uso e consumo della perenne campagna elettorale. In poche parole diranno di avere investito in sanità e istruzione come mai fatto dagli Esecutivi precedenti, abbattuto il debito per rientrare nei parametri di Maastricht, riformato la legge Previdenziale, accresciuto i salari. Ma la realtà è invece ben diversa

  • non aumentano salari e pensioni ma riducono le tasse facendo poi mancare risorse al welfare.
  • si continua a spendere, in rapporto al Pil, meno degli altri paesi Ue per formazione, sanità e istruzione.
  • nell’arco di 5\6 anni le spese militari aumenteranno di miliardi, poi le percentuali potranno anche cambiare in corso d’opera ma nel frattempo l’Italia contrae debiti con la UE per il riarmo.
  • abbattono le tasse raccontando di aiutare i cittadini quando poi fanno mancare risorse al sociale.
  • i 3 mesi di posticipo dell’età pensionabile varranno per tutti eccetto i lavori usuranti la cui lista doveva essere ampliata (stando agli impegni assunti con le parti sociali) quando invece rimarrà invariata. E pensare che dovevano cancellare la Fornero!
Veniamo infine alla manovra di Bilancio
E’ falso asserire che prosegue “l’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie e delle imprese e per il sociale e, dall’altro, ad assicurare la sostenibilità della finanza pubblica”, si aumentano i salari con cifre di gran lunga inferiori al costo reale della vita, le imprese non solo evitano aumenti che recuperino il potere di acquisto perduto ma vengono premiate con riduzione delle tasse. Servono questi interventi per rilanciare l’economia? Gli studi di Confindustria, Eurispes, Banca d’Italia ci dicono l’esatto contrario. Servirebbe invece un fisco con molte più aliquote fiscali, i grandi redditi non hanno mai pagato poche tasse come oggi mentre sulla classe popolare e su quella media grava gran parte del peso.

La manovra riduce la seconda aliquota IRPEF dal 35 per cento  al 33 per cento, si rafforza l’idea che accrescendo la produttività e i tempi di lavoro si possa arrivare alla detassazione dei premi di risultato. In questo modo si copia la Grecia nella quale l’età pensionabile è arrivata a 74 anni e la giornata lavorativa a 13 ore.
In sostanza non si incrementano i salari e le pensioni, si riducono le tasse anche a chi dovrebbe pagarle in misura maggiore. Questa è in sintesi la Manovra di Bilancio con aumento di 3 mesi dell’età pensionabile e nessun incremento dei contributi datoriali per accrescere il futuro importo delle pensioni.

E’ poi vero che il Governo aiuta le famiglie?
Crescono la povertà relativa e quella assoluta, eliminato il Reddito di cittadinanza oggi rifinanziano la miseria della “Carta dedicata a te” destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità, qualche briciola assegnano al caregiver familiare che avrebbe invece bisogno sì un concreto aiuto in termini economici e di strutture pubbliche. 

Raccontano di investire in sanità con 5 miliardi per il 2026 e 5,7 miliardi per il 2027 
Si vada a vedere quanti tagli la sanità pubblica ha subito, quanti posti di lavoro mancano per completare gli organici e quanti plessi ospedalieri hanno chiuso e poi, fatti due conti, ci si renderà conto che a malapena questi soldi basteranno per i rinnovi contrattuali scaduti da quasi 5 anni.

La questione salariale si intreccia con quella fiscale, il riarmo con le politiche sociali, il debito con le misure di contenimento della spesa pubblica e l’austerità salariale.
Questa Legge di Bilancio vede fumo, non arresta il declino economico, non aiuta i salari e le pensioni, dice di combattere il debito ma poi contrae prestiti per il Riarmo. Prepariamoci a contrastare la Legge di Bilancio nelle piazze e nei luoghi di lavoro, ne va del nostro futuro.

Ma un’altra notizia merita la nostra attenzione a partire dal recente decreto sulla sicurezza sul lavoro con milioni di euro destinati alle imprese per migliorare i loro protocolli o fare formazione. L’ennesimo regalo alle imprese quando invece i lavoratori infortunati non avranno un euro in più come non sarà ampliata la ristretta platea dei lavori usuranti.
I soldi che dovevano essere stanziati sono finiti nel dimenticatoio, non ci sarà il necessario “Aggiornamento indennizzo del danno biologico” e per il pagamento dei danni a chi s’infortuna o muore sul lavoro o “in itinere”, infatti il decreto sicurezza sul lavoro dal 2019 non ha aggiornato le tabelle, i soldi previsti andranno invece a beneficio degli sgravi per le imprese che per il Governo sono la sola priorità della quale tenere conto.

👉🏻 Vai al video sul prossimo sciopero generale del 28 novembre, Montagnoli: “Una Finanziaria che non aiuta i ceti popolari e riserva fondi agli investimenti militari”

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