Il 29 ottobre a Melfi (PZ) è stata celebrata la giornata dedicata alla ‘Jeep Compass’ ma il centinaio di operai che da settimane sono simbolicamente in presidio davanti ai cancelli della PMC (tra le aziende dell’Indotto Stellantis in Basilicata) non ci stanno e protestano per i licenziamenti derivanti dai processi di internalizzazione delle produzioni. 90 lavoratori si danno il cambio e restano nella tendopoli allestita dal 13 ottobre davanti alla sede dell’azienda PMC.
“Ridateci il lavoro che ci avete tolto, non siamo carne da macello“, questa la richiesta che riassume il nocciolo della protesta organizzata da poco meno di un centinaio di operai della PMC, azienda che produce per conto della filiera Stellantis.
“Mentre dentro lo stabilimento centrale si festeggia il lancio della nuova jeep Compass – commentano – noi siamo stati buttati sul lastrico e in cassa integrazione a zero ore.” 
Fino a un mese fa questi lavoratori realizzavano scocche e operazioni di lastratura nell’indotto Stellantis poi è sopraggiunta la perdita della commessa da parte di PMC e adesso la totale assenza di prospettive per il futuro. Parliamo di lavoratori che in alcuni casi da trent’anni svolgevano questa attività, prima con la Iplam poi per Itca e ora per la Pmc. A questo punto per loro si prospetta un periodo di cassa integrazione a zero ore e poi il nulla.
“La cassa integrazione a zero ore – dicono – è l’anticamera del licenziamento. Come è stata internalizzata la produzione, chiediamo che venga internalizzata anche la forza lavoro. Il problema è stato creato da Stellantis – aggiungono – a cui chiediamo di risolverlo.”
La protesta continua.
