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ex Ilva: smantellare, svendere, chissà …

Smantellare e svendere, questo è il problema.

La nuova crisi dell’acciaio in Italia ha riportato in auge il dubbio amletico che affligge il governo: smantellare il resto della siderurgia in Italia e/o svendere quanto ne rimane, possibilmente a società estere. Si può ridurre così in poche parole quanto contenuto nel documento che il governo ha presentato sulle Acciaierie d’Italia, ex Ilva.

Dopo anni di cassa integrazione, lavori socialmente utili, riduzioni della produzione e del numero di lavoratori, diretti e dell’indotto, si vuole scientemente spezzettare e annullare la capacità produttiva di un intero settore produttivo portando a termine un progetto che va avanti da almeno un decennio.

Evidentemente nulla conta la vita di circa 6.000 famiglie, con l’indotto si arriva a 10.000, nulla il grave momento economico che porta a un impoverimento costante di milioni di lavoratori e cittadini con profitti alle stelle dei grandi gruppi finanziari e speculativi, italiani o esteri fa poca differenza.

Bloccare il progetto governativo sulla siderurgia è il minimo che si possa fare per dare un futuro industriale all’Italia e alla propria classe lavoratrice.

  • Uscire dalla cassa integrazione e dallo smantellamento della siderurgia
  • Utilizzare le risorse economiche destinate alle armi e al foraggiamento della guerra in Ucraina per le reali necessità dei lavoratori, della siderurgia e delle tante aziende in difficoltà
  • Nessuno spezzatino o svendita degli impianti siderurgici
  • Sostegno alla lotta dei lavoratori per la difesa del posto di lavoro e la continuazione dell’attività produttiva
  • Nessun accordo deve passare sulla testa dei lavoratori né fare da ponte verso lo smantellamento o la chiusura delle fabbriche.

Verso lo sciopero generale del 28 novembre contro la finanziaria di guerra, per aumenti salariali e pensionistici veri e consistenti, per la difesa del lavoro e dei lavoratori.

Confederazione Unitaria di Base-CUB Genova, via Odero 1

Genova, 20/11/2025.

 

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