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Aumenti metalmeccanici giugno 2025

Il 12 giugno l’Istat ha comunicato il valore IPCA dell’inflazione che è pari al 1,3. Come sappiamo però, l’aumento reale dell’inflazione è più alto, non a caso l’Istat stessa scrive che il valore dei beni energetici, che non si contano è pari al 2,99%. Sulla base di questa IPCA dal 1 giugno aumentano i minimi salariali dei contratti metalmeccanici. Come si vede nel volantino allegato gli aumenti sfiorano i 28 € medi mensili. Ciò si attua anche se il contratto è scaduto e non è ancora stato rinnovato. Come negli altri anni bisogna fare attenzione agli assorbimenti che nel 2024 hanno “fregato” circa il 40% della categoria.

Metalmeccanici 2025: aumenti medi di 27,7 € a giugno per industria e 27,9 per Confapi ma attenti alle fregature sui superminimi.
Nonostante il rinnovo del CCNL è bloccato scatta comunque la rivalutazione dei minimi sulla base dell’inflazione Ipca.

Il 12 giugno l’Istat ha comunicato che la previsione del valore dell’inflazione Ipca, depurato dai costi energetici importati, relativo a giugno 2025, è del 1,3%. Sulla base di questo sono definite le quote di aumento per categoria. Aumenti e minimi in vigore dal 1 giugno 2025 (vedi tabelle in allegato) con Aumenti del CCNL Federmeccanica-assistal
e del CCNL Unionmeccanica-confapi

Non è tutto oro quello che luccica
Il valore Ipca non rispecchia l’aumento reale dell’inflazione che è molto superiore. La stessa Istat scrive che il peso applicato per depurare (ovvero detrarre) la dinamica dei prezzi energetici importati è pari al 2,99 %. Questo vuol dire che il recupero salariale previsto è più basso dell’inflazione. Comunque il valore su cui si fanno gli aumenti è una previsione, che dovrà essere poi confermata nel 2025. Un calcolo complicato per dire che nulla è certo.

I CCNL, sia quello Federmeccanica che quello Confapi prevedono che: A decorrere dal 1 gennaio 2017, gli aumenti dei minimi tabellari assorbono gli aumenti individuali riconosciuti successivamente a tale data, salvo che siano stati concessi con una clausola espressa di non assorbibilità, nonché gli incrementi fissi collettivi della retribuzione eventualmente concordati in sede aziendale dopo tale data ad esclusione degli importi connessi alla prestazione lavorativa (indennità, maggiorazioni per straordinari, turni, notturno, festivo).

Nel 2024 il 40% dei lavoratori si era visto azzerare gli aumenti salariali, sia perché avevano superminimi assorbibili, sia perchè erano stati fatti contratti interni. Adesso fim-fiom e uilm, memori di questa fregatura, che loro stessi avevano voluto nel 2017, dicono di voler togliere nella piattaforma del nuovo la clausola di assorbimento. Occorre intervenire da subito con le aziende per impedire gli assorbimenti.

Adesso bisogna vedere se le aziende non faranno storie nell’applicare gli aumenti previsti, dato che il rinnovo del contratto è in alto mare. Altre fregature sono in agguato.

Sulla base della clausola prevista sia dal contratto Federmeccanica che da quello Confapi, sopra riportata, può succedere che se i lavoratori hanno avuto aumenti individuali o anche collettivi dopo il 2017 possono vedersi azzerare l’aumento in quanto il CCnl prevede che può essere assorbito. Questo aspetto va subito chiarito perché se le aziende dovessero procedere all’assorbimento i lavoratori sono perfettamente fregati.

Si conferma ancora una volta che è necessario un meccanismo semplice di adeguamento dei salari all’inflazione (tutta e non solo una parte). La Cub si batte da tempo per questo.

Legnano giugno 2025,  CUB LEGNANO – Confederazione Unitaria di Base Legnano: via Cristoforo Colombo 17 tel. 0331-1555336 0331-1546331 fax. 0331-1555358, e mail cub.legnano@gmail.com

 

 

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