Il rinnovo del contratto nazionale della sanità, comparto, è stato oggetto di trattativa per mesi. Le varie organizzazioni sindacali presenti al confronto hanno firmato un contratto che riteniamo non risponda ai problemi reali degli operatori sanitari
Orario di lavoro, stipendio adeguato al costo della vita e dotazioni organiche. Il tempo per il cambio divisa, in quei presidi sanitari che hanno un regolamento in proposito, aumenta il monte ore dei dipendenti che spesso non sono in grado di concretizzarlo come ore o giorni di riposo per l’esiguità della dotazione organica. Le dotazioni organiche nella sanità pubblica sono insufficienti e questo comporta un’estrema difficoltà a usufruire delle ferie. Era necessario stabilire criteri rigidi per il calcolo del fabbisogno di personale sanitario nei servizi e nei reparti.
Inoltre è molto presente il fenomeno delle barelle nei corridoi che aumentano il numero dei ricoverati in presenza della stessa dotazione organica di personale sanitario.
Il contratto doveva risolvere il problema delle dotazioni organiche, non aggravare la situazione aumentando il numero di pronte disponibilità a 7 !
Di lavoro usurante si parla molto ma i criteri andrebbero definiti in maniera che anche molti operatori sanitari, la complessità assistenziale che caratterizza il loro lavoro e il tipo di turno siano considerati invece rileviamo che questi aspetti non hanno ricevuto alcun peso in questo contratto nazionale.
Anche la parte economica è da respingere
Le cifre degli incrementi stipendiali non rispondono al problema della notevole perdita di potere d’acquisto degli operatori sanitari negli ultimi anni. L’indennità infermieristica è priva di senso. Tanti sono gli operatori sanitari che hanno un percorso di studio analogo senza avere nessuna indennità specifica, peraltro la stessa categoria D.
Le indennità, che andavano notevolmente incrementate, il cui valore è inalterato da decenni, sono: Pronta disponibilità, malattie infettive, intensiva e semintensiva.
Queste indennità sono strettamente connesse alla complessità della funzione professionale svolta e dallo stress correlato.
Conclusioni
Questo contratto arriva dopo un periodo di grande disagio lavorativo dovuto alle problematiche assistenziali connesse al Covid 19. Inoltre gli operatori sanitari, che attendono l’applicazione del PNRR, sono oggetto anche di minacce e aggressioni. Un’occasione sprecata per avere un buon contratto.
CUB SANITÀ PERUGIA, NOVEMBRE 2022