La scuola non si arruola e diserta la guerra: interviene il Ministro
A pochi giorni dallo stop imposto dal Ministero dell’Istruzione e del merito allo svolgimento del convegno “La scuola non si arruola”, sappiamo finalmente perché quell’iniziativa formativa non appariva “coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente”, come scritto nella lettera inviata all’Ente organizzatore del convegno per comunicargli il suo annullamento.
Scrive, infatti, il Ministero nella nota del 7 novembre 2025 avente come oggetto: “manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche” che esse devono “operare in modo da assicurare il pieno rispetto dei principi del pluralismo e della libertà di opinione”. Nel programma del convegno “La scuola non si arruola” mancava quel “libero confronto di posizioni diverse” auspicato dal Ministero, erano previsti solo interventi contro la militarizzazione della cultura, contro il riarmo, le politiche di guerra, il genocidio in Palestina, non era data voce a bellicisti, razzisti e sionisti che avrebbero potuto spiegare le “buone” ragioni per aumentare la spesa per il riarmo togliendo risorse al welfare e cancellare un intero popolo.
Insomma, per il MIM è giunta l’ora di arruolare gli insegnanti, come richiesto nella Risoluzione votata il 2 aprile 2025 dal Parlamento europeo, il quale “sottolinea che è necessaria una comprensione più ampia, tra i cittadini dell’UE, delle minacce e dei rischi per la sicurezza al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa”, “invita l’UE e i suoi Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze armate” e “chiede, inoltre, di mettere a punto programmi di formazione dei formatori”.
Ecco, i formatori, cioè gli insegnanti, devono essere “formati” in modo da poter garantire “un allineamento delle percezioni delle minacce” dei loro allievi alla narrazione dominante, che vorrebbe un’Europa riarmata per difendersi da un nemico che le classi dominanti europee hanno appositamente creato per giustificare l’enorme spesa in armamenti che andrà a discapito di scuola, sanità, cura del territorio e dell’ambiente, stipendi e pensioni.
In nome di una concezione ingannevole di “pluralismo”, Valditara vuole permettere ai fascisti di entrare nelle scuole e nelle università a diffondere il loro pensiero carico di odio e discriminazione, come sta avvenendo sempre più di frequente negli ultimi tempi.
La CUB è e sarà sempre a fianco degli studenti e degli insegnanti che si oppongono alla presenza dei fascisti dentro e fuori dalle scuole e dalle università. Nessuna libertà di parola e azione a chi vuole togliere libertà, perseguitare e colpire determinate categorie di persone, ieri gli ebrei, oggi gli immigrati e i “maranza”.
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