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Diritto sul lavoro, libertà di parola: il caso Palestina

Diritti sul Lavoro e Libertà di Parola: il caso Palestina

* Mercoledì 3 dicembre, ore 18:30
* CAM – Corso Garibaldi 27, MILANO

Discussione aperta sulla repressione del movimento di solidarietà con la Palestina nei luoghi di lavoro.

Interverranno:

• Lavoratrice licenziata dal @teatroallascala
• Isabella Bonati, European Legal Support Center
@cubmilano
• @giovanipalestinesimilano

Un momento collettivo per confrontarci su come difendere, insieme, diritti e libertà di espressione sul posto di lavoro.

 

🗞️ Rassegna stampa:

AGTW

Ala News

ADN Kronos

Scala: maschera licenziata per ‘Palestina libera’, ‘la mia vittoria è politica’
parla la giovane dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano

La sentenza con cui il Tribunale del Lavoro di Milano ha obbligato il Teatro alla Scala a risarcire la maschera licenziata per aver gridato ‘Palestina libera’ è “una vittoria politica. Non è soltanto una mia vittoria, ma del movimento per la Palestina”, dice all’Adnkronos la giovane, che questa sera ha partecipato all’incontro organizzato dalla Cub al Cam Garibaldi su “libertà di parola sui luoghi di lavoro”.
Era il 4 maggio 2025 quando all’ingresso del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul Palco Reale, per assistere a un concerto organizzato in occasione dell’assemblea annuale dell’Asia development bank, dalla prima galleria si alzò il grido ‘Palestina libera’. Qualche settimana dopo la ragazza che aveva urlato prima dell’inizio dello spettacolo, una giovane maschera con un contratto a tempo determinato in scadenza il 30 settembre, venne licenziata. “Non mi sono mai pentita di quello che ho fatto” e – assicura – lo rifarei “assolutamente”, anche perché “il mio gesto ha messo in luce complicità dirette che la Scala ha” con Israele.
Ora, con la decisione del Tribunale del Lavoro della scorsa settimana, “la Scala mi risarcirà i mesi in cui non ho lavorato”, spiega la giovane. Mentre un suo possibile reintegro “è da valutare in un secondo momento, con un’altra causa”. Resta la sentenza sul risarcimento che “in un contesto in cui c’è una fortissima repressione del dissenso, va a smontare una delle tante armi utilizzate, cioè la paura di perdere il posto di lavoro”. E sebbene la sua “vittoria vada in qualche modo a influenzare positivamente lotte simili alla mia”, la ex maschera non se la sente di spingere i colleghi a imitarla in occasione della Prima del 7 dicembre. “Non voglio istigare nessuno a fare quello che ho fatto io, anche perché i contratti della Scala spesso sono precari. Se i miei colleghi non faranno nulla, neanche mostrare una bandiera della Palestina, io non li biasimo assolutamente”, assicura.(Alb/Adnkronos)
ISSN 2465 – 1222
03-Dec-2025 19:59

 

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