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DISASTRO AMBIENTALE IN EMILIA ROMAGNA

ALTRO CHE SVILUPPO: È UNA BARBARIE!
Le conseguenze dell’alluvione in Emilia Romagna sono epocali: morte e devastazione ovunque, fino alla cancellazione di intere città! Qualcosa di mai visto che non ha precedenti nell’intensità e nella dimensione storia del nostro Paese. Eppure i segnali premonitori erano chiarissimi e ripetuti: il dissesto dei territori in Italia è una realtà con cui si fa i conti da anni, nell’indifferenza delle istituzioni e dei Governi

Anche di recente si è fatto i conti con l’assenza di politiche di prevenzione e messa in sicurezza dei territori: ricordiamo il disastro dell’alluvione e delle frane a Ischia il 26.11.2022 con 12 morti e del 2 maggio in Emilia Romagna stessa, quando ha esondato il fiume Sillaro, causando 2 morti e danni. In tale situazione fa rabbrividire l’insipienza di una classe politica al completo servizio degli interessi di “bottega” di un’imprenditoria “predona” e speculatrice, intenzionata a cementificare in ogni dove.

Le colpe sono evidenti: a finire sul banco degli imputati è il modello di sfruttamento capitalistico che, in nome del profitto, non conosce limiti alla devastazione e calpesta ambiente ed esseri umani: non solo in terre lontane da cui fuggono intere popolazioni ma anche nella civile Europa e in Italia.

La solidarietà della Cub è assoluta. Altrettanto chiara è la pretesa di giustizia sociale.

Cementificazione, consumo di suolo, pessima gestione del territorio, cattiva e scarsa prevenzione e manu-tenzione, impoverimento e svuotamento degli uffici pubblici preposti, scelte politiche assoggettate alle logiche tossiche e malate del profitto sono solo alcune delle cause che hanno portato alla devastazione di tutta la Romagna e di parte dell’Emilia.
Purtroppo i segnali che il disastro non si limiterà a investire quelle Regioni è molto chiaro: l’Italia è uno dei Paesi più esposti in Europa a tali disastri. È ora che si cambi registro e che, seppur in grande ritardo, si inverta la strada che altrimenti condurrà nel burrone intere generazioni a venire. Non bastano le lacrimevoli dichiarazioni dei Ministri. Servono interventi concreti e aiuti.

ALTRO CHE PONTE SULLO STRETTO: c’è tanto altro da fare, piuttosto che alimentare certi appetiti speculatori. È il momento che il Ministro Salvini si rassegni al solo plastico del Ponte sullo Stretto, già esposto nei corridoi del ministero stesso, e pensi a investire per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio del nostro Paese.

ALTRO CHE SPESE PER LA GUERRA E LE ARMI: il Governo rinunci a tradire la Costituzione e si impegni per il bene collettivo e il futuro di intere generazioni.

Si garantiscano sostegni e reddito a migliaia di persone che hanno visto “annegare” lavoro, casa e le proprie attività economiche. Da subito si impediscano i licenziamenti e si eroghino i necessari ammortizzatori sociali, fino a garantire il 100% del salario a chi è rimasto senza lavoro. I soldi ci sono se si decide di non sprecarli in opere inutili, come, ad esempio, il progetto del passante per Bologna o per avventure belliche che mettono a rischio il futuro di tutti.

La Cub, insieme ad altre OO.SS. di base, avvierà alcune iniziative di solidarietà a sostegno delle popolazioni dell’Emilia-Romagna e si impegnerà affinché si cambi registro, PONENDO LE QUESTIONI DELLE TUTELE AMBIENTALI E DEL TERRITORIO AL PRIMO POSTO DELL’AGENDA DEL GOVERNO.

Leggi l’Ansa del 24 maggio con il commento di Marcelo Amendola, segretario nazionale Cub

22 maggio 2022, CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE, Viale Lombardia 20 – 20132 Milano – Tel. 02.7063104–02.76960856 Fax 02.70602409 – pec: cubnazionale@postacert.it

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