A fine anno il Parlamento ha approvato la Legge di bilancio 2023. Il testo ricalca in gran parte il disegno di legge del 28 novembre, con alcune modifiche a parere della Cub peggiorative, in particolare per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e non solo
Il commento della Cub
Confermiamo il giudizio negativo, in alcune parti la legge rasenta il ridicolo. La prima misura odiosa e assolutamente inaccettabile è quella riferita alla riduzione del reddito di cittadinanza che nel 2023 verrà pagato solo per 7 mesi. È una legge che non dà risposte ai problemi dei lavoratori, sia sul piano fiscale, sia sul recupero dell’inflazione, sia sul piano delle bollette, sia sul piano previdenziale. Siamo di fronte a un Governo che si è affrettato a dare un segnale di diminuzione delle tasse solo agli autonomi e partite iva. Per il Governo pare che le tasse debbano essere pagate in gran parte solo dai lavoratori dipendenti.
Per le bollette, dei di 21 miliardi annunciati, si trovano solo 2,5 miliardi € da spendere solo per il primo trimestre del 2023 per il bonus luce e gas e solo per alcune fasce di popolazione.
La riduzione del cuneo fiscale non esiste. Risibile l’aumento dal 2% al 3% della detrazione previdenziale per i lavoratori con reddito fino a 25.000 €; per gli altri è rimasta al 2%.
Sul capitolo pensioni le due norme su quota 103 e su opzione donna sono praticamente una fregatura. Stesso dicasi per il capitolo sulla rivalutazione delle pensioni che ha abrogato la legge che prevedeva il 100% con norme che prevedono una rivalutazione decrescente dal 100 al 32%.
In pratica il Governo ha deciso di diminuire innanzitutto il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni di fronte a un’inflazione che ha superato il 10%. Se pensiamo che in Germania si è fatto un accordo per aumentare i salari dello 8,5% per i lavoratori metalmeccanici, siamo di fronte al disastro. Diventa necessario prevedere meccanismi di rivalutazione dei salari e pensioni, aboliti dal 1993 in poi da governi e sindacati confederali. Per questo la Cub si batterà.
“Sembra che il Governo, con le scelte di politica economica e fiscale, abbia inteso ribaltare il principio del leggendario Robin Hood ‘Togliere ai ricchi per dare ai poveri’ – commenta amaro il segretario generale della Cub Marcelo Amendola – A dispetto dei proclami pre elettorali, la montagna ha infatti partorito un topolino, come si suol dire. L’inflazione galoppante, che ha raggiunto le due cifre, non solo impedisce a stipendiati e pensionati alcun recupero salariale ma ne peggiora ulteriormente la condizione di vita. Se l’idea di fondo si basava sull’assunto che il mercato si autogoverna, la previsione secondo noi è che in questo modo il mercato e il sistema economico del Paese ne verrà invece ancor più minato, andando a morire. Pensiamo solo agli aumenti scattati già a inizio anno, uno su tutti quello del carburante con un +25% !
Altro capitolo che è utile evidenziare quello che riguarda la reintroduzione dei voucher anche nel settore turistico e alberghiero. Si tratta di un sistema viziato in origine, che non solo non funziona per far emergere il nero ma anzi rischia solo di incentivarlo. Come Flaica ricordiamo la battaglia con la raccolta di firme che nel 2017 portò alla sua abolizione. Se per casi particolari, come il lavoro a ore di colf o babysitter, potrebbe avere un senso, al contrario se pensiamo a ristoranti, alberghi e attività similari è molto probabile che si torni a situazioni in cui il lavoratore sarà costretto ad accettare magari un paio d’ore giornaliere pagate regolarmente tramite voucher per poi svolgerne molte di più in nero. Anche a fronte di controlli il lavoratore e il datore di lavoro risulterebbero in regola ma la realtà sarebbe ben diversa, aggiungendo precarietà a precarietà e ponendo il lavoratore ulteriormente in una posizione di sudditanza.”
Riportiamo i principali articoli che interessano i lavoratori (Scarica qui allegato)