Gaza: Accordo Hamas Israele sul piano di pace
E’ delle ultime ore la notizia del raggiungimento di un accordo sul cessate il “fuoco” da parte di Israele contro la Palestina e il suo popolo, in cambio del rilascio degli ostaggi da parte della resistenza palestinese e dei prigionieri da parte dello stesso Stato israeliano.
Le immagini delle persone in strada a festeggiare a Tel Aviv e a Gaza hanno fatto il giro del mondo e comune a livello mondiale è il sollievo per un primo eventuale risultato raggiunto e che si vedrà se sarà rispettato dalle parti.
Di fatto, a quanto pare, le interlocuzioni di Israele con la resistenza palestinese hanno avuto una accelerazione, quale risultato della globale sollevazione popolare per il Genocidio perpetrato da Israele sul Popolo Palestinese a Gaza.
D’altra parte le pressioni su Israele sono cresciute nelle ultime settimane sull’onda della partecipazione popolare contro l’occupazione illegittima e lo sterminio sistematico dei civili palestinesi per mano di Israele.
Una sollevazione globale e planetaria, favorita dalla missione della Global Sumud Flotilla che per la prima volta dal 2009 ha scalfito il blocco navale illegalmente imposto da Israele in acque internazionali, di fronte alla Striscia di Gaza, impedendo anche l’apertura di un corridoio umanitario per far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione Palestinese, affamata e stremata dall’assedio israeliano, privata di qualsiasi sostegno.
In attesa dei dettagli sull’accordo è fin da ora chiara e innegabile la pressione che l’unanime sollevazione civile in moltissimi paesi, tra cui l’Italia, ha esercitato sulle parti in causa, in particolare su Israele sempre più isolato a livello internazionale
Tale sollevazione, peraltro, si è saldata con le proteste per le difficoltà economiche e sociali sempre più profonde in Europa e non solo, a partire dall’Italia.
I milioni di manifestanti in Italia sollecitano un cambio di rotta rispetto alla corsa agli armamenti, alle politiche di austerità, al taglio ai servizi sociali, al welfare, alle pensioni, ai salari, agli investimenti per la Sanità, la Scuola e l’Universita’ e i Trasporti.
La Cub e il sindacalismo di base proseguiranno nella lotta a fianco dei lavoratori e dei ceti popolari, qui come nel resto d’Europa, nonché a fianco del popolo palestinese, in difesa della sua autodeterminazione e per il riconoscimento di uno Stato Palestinese.