IL 20 OTTOBRE È SCIOPERO GENERALE
Contro guerra, carovita e precarietà. FERMIAMO IL GOVERNO MELONI
Per aumenti salariali generalizzati e pari all’inflazione.
L’impatto drammatico dell’economia di guerra sulle condizioni materiali e di vita di milioni di lavoratori italiani ed europei è sempre più tangibile.
Mentre prosegue senza sosta la mattanza della popolazione ucraina, vittima dello scontro imperialista tra la Nato e la Russia di Putin, assistiamo a una corsa al riarmo senza precedenti su scala globale. In un quadro già segnato dall’aumento costante delle spese militari nell’ultimo decennio, lo scorso 13 luglio il parlamento europeo, con voto quasi unanime, ha approvato in via definitiva il regolamento ASAP (“Atto di supporto alla produzione di munizioni”) col quale l’UE stanzia 500 milioni di finanziamenti alle industrie di armi al fine di aumentare la produzione di proiettili e missili da inviare al governo di Kiev, e prevede la possibilità di dirottare a tal fine gli stessi fondi del PNRR (che nelle enunciazioni dei governi sarebbero dovuti servire per contrastare l’impatto economico e sociale della pandemia).
Ma soprattutto, in tale regolamento si dichiara apertamente che i livelli di spesa pubblica destinata alle armi (e alle guerre) dovranno aumentare anche nei prossimi anni per far fronte a un nuovo contesto che “non è più di pace”, lasciando intendere che la tendenza generale al riarmo (e allo scontro tra le grandi potenze) va ben al di là degli esiti della guerra in Ucraina, caratterizzandosi come elemento sempre più centrale delle politiche economiche delle grandi potenze a livello globale.
Così noi lavoratori, precari, disoccupati e pensionati, già duramente colpiti negli ultimi 3 anni dagli effetti della pandemia, vedremo le nostre condizioni di vita ulteriormente e duramente peggiorate per effetto dell’inflazione sui salari già poveri, dei rincari di tutti i beni di prima necessità, delle bollette, degli affitti e dei mutui.
In un simile contesto, le politiche del governo Meloni rappresentano una vera e propria dichiarazione di guerra contro i ceti sociali meno garantiti:
⚫ Il sostegno incondizionato ai piani di guerra fa il paio con le ricette securitarie (carcere ai minori e ai loro genitori), con la repressione degli scioperi e del conflitto
sociale e con misure apertamente reazionarie.
⚫ L’abolizione del reddito di cittadinanza, supportata da una campagna di odio contro i disoccupati, sta condannando milioni di famiglie alla povertà estrema e al
ricatto di dover accettare condizioni di lavoro ultra-precarie e con salari da fame.
⚫ Dopo l’approvazione del DL Lavoro che ha incentivato la precarietà attraverso l’estensione dell’utilizzo dei voucher e la facilitazione dell’uso reiterato dei contratti a
termine, e di una legge di rifinanziamento delle missioni militari all’estero (43 in totale) che incrementa di oltre 100 milioni di euro (e di 1500 soldati) la spesa
destinata ai contingenti italiani in Europa orientale, la prossima manovra economica non potrà che confermare il carattere antisociale e guerrafondaio dell’attuale governo, teso ancora una volta a colpire lavoratori e disoccupati aumentando le diseguaglianze al fine di tutelare e alimentare i già alti profitti del grande capitale, della finanza speculativa e delle lobbies belliciste.
⚫ Intanto decine e decine di contratti collettivi sono scaduti: milioni di lavoratori si ritrovano privi di qualsiasi tutela e con in tasca un salario falcidiato dall’aumento dei prezzi.
⚫ Tutto ciò col sostanziale silenzio-assenso delle ‘opposizioni’ parlamentari e dei vertici di Cgil-Cisl-Uil e UGL, i quali al di là di qualche dichiarazione ad effetto
sui media e di qualche passeggiata rituale convocata in autunno, si guardano bene dal lavorare a una nuova stagione di lotta dentro e fuori ai luoghi di lavoro.
Contro questa nuova macelleria sociale, le nostre organizzazioni sindacali hanno proclamato una giornata di sciopero generale nazionale per il prossimo 20
ottobre, che avrà come sue principali rivendicazioni: NO ALLA GUERRA , NO ALLE SPESE MILITARI, ALLA PRODUZIONE E ALL’INVIO DI ARMI – PER L’AUMENTO
GENERALIZZATO DEI SALARI PARI ALL’INFLAZIONE E DELLE SPESE SOCIALI; NO ALL’ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, PER IL LAVORO
STABILE E SICURO O UN SALARIO GARANTITO A TUTTI I DISOCCUPATI; BASTA CON LA STRAGE DEI MORTI SUL LAVORO.
Intendiamo dar vita a una giornata di lotta che, a partire dai luoghi di lavoro e dal protagonismo dei lavoratori e dei disoccupati, punti ad attraversare e coalizzarsi con
l’opposizione sociale che in questi mesi si sta sviluppando sui territori sul NO al riarmo e alle spese militari, contro l’abolizione del reddito di cittadinanza, le devastazioni
ambientali e le catastrofe climatica prodotta dal modello di sviluppo capitalista promosso da Governo e opposizioni parlamentari, contro le politiche razziste e sessiste e più in generale contro l’ondata reazionaria alimentata da questo governo.
In queste settimane alcune soggettività sociali si stanno mettendo in moto per sviluppare mobilitazioni e appuntamento di lotta: dalle manifestazioni lanciate dagli ex percettori del RdC per le prossime settimane, ai cortei contro la guerra indetti per il prossimo 21 ottobre presso la base militare di Ghedi (principale deposito di ordigni nucleari Nato in Italia), a Pisa su iniziativa del Movimento No Base a Coltano Né Altrove e in Sicilia; dagli scioperi nazionali nei settori del trasporto aereo e locale e del trasporto merci e logistica, alle mobilitazioni per il diritto all’abitare.
Vogliamo sviluppare, prima, durante e dopo lo sciopero generale, la massima unità d’azione con tutti coloro che intendono costruire ed animare un’opposizione reale e di
classe alle politiche lacrime e sangue del governo Meloni e ai signori della guerra.
Per questo motivo, invitiamo le realtà di lotta, sociali, politiche e sindacali, i movimenti studenteschi, i comitati ambientalisti e le reti attive contro la guerra e il militarismo a un’ASSEMBLEA NAZIONALE – 8 OTTOBRE 2023 MILANO
Guerra ed economia di guerra, salari bassi e tagli alle pensioni, precarietà, sfruttamento, taglio del reddito di cittadinanza, morti sul lavoro, dissesto dei territori, discriminazioni di genere, blocco dell’edilizia popolare, aumento dell’inflazione e del costo della vita, distruzione del sistema sanitario, del welfare, dei trasporti e della scuola: SCIOPERO GENERALE 20 OTTOBRE 2023 – H24. SE NON ORA, QUANDO?
12 settembre 2023
AdL Varese – Cub – SGB – Si Cobas – Usi-Cit
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