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Il Ministero dell’Istruzione abroga la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito abroga la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione.
(Comunicato della Segreteria naz.le Cub Sur)

Il 7.11.2025 Carmela Palumbo, Capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, con la nota n. 5836, avente come oggetto “manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche” era intervenuta raccomandando “che l’organizzazione e lo svolgimento, all’interno delle istituzioni scolastiche, di manifestazioni ed eventi pubblici di vario tipo aventi ad oggetto tematiche spesso di ampia rilevanza politica e sociale, siano caratterizzati dalla presenza di ospiti ed esperti di specifica competenza e autorevolezza” e che le istituzioni scolastiche si adoperino “in modo da assicurare il pieno rispetto dei principi del pluralismo e della libertà di opinione e garantire, in ogni caso, il dialogo costruttivo e la formazione del pensiero critico”.

Già allora – commentano dalla sede nazionale Cub Sur – avevamo giudicato la nota una grave e inaccettabile ingerenza ministeriale nell’autonomia delle scuole e nella libertà di insegnamento, un maldestro tentativo di mettere a tacere le voci che negli ultimi mesi si sono levate nelle scuole contro il genocidio in Palestina e le politiche europee di riarmo. In altre parole, la nota chiedeva che se in una scuola si pensava di far parlare qualcuno a sostegno dei Palestinesi, si doveva prevedere la partecipazione di qualcuno che sostenesse le ragioni del governo di Israele o che un pacifista potesse essere contraddetto da un bellicista. Sono evidenti le ragioni di un simile intervento ministeriale: in Parlamento c’è chi, sia a destra sia a sinistra, lavora per una legge che equipari l’antisionismo all’antisemitismo e così criminalizzare i movimenti di protesta nati in questi mesi contro il genocidio dei Palestinesi; e poi si tratta di disciplinare gli insegnanti come richiesto dal Parlamento europeo nella Risoluzione del 2 aprile 2025 che al punto 164 “invita l’UE e gli Stati membri a mettere a punto programmi educativi e di sensibilizzazione, in particolare per i giovani, volti a migliorare le conoscenze e a facilitare i dibattiti sulla sicurezza, la difesa e l’importanza delle forze armate”, “al fine di sviluppare una comprensione condivisa e un allineamento delle percezioni delle minacce in tutta Europa e di creare una nozione globale di difesa europea”. In altre parole, in Europa tutti dobbiamo indossare l’elmetto.

Ma la nota non è bastata, pericolosi sovversivi hanno continuato ad essere ospitati nelle scuole italiane, suscitando grandi polemiche, come quelle che in questi giorni hanno colpito Francesca Albanese per le sue affermazioni. Ed ecco allora, a poco più di un mese dalla prima, arrivare una seconda nota, la n. 6545 del 12.12.2025,  che si chiude con la precisazione che quanto indicato nella prima nota è “da intendersi come una direttiva per i dirigenti scolastici”. Una direttiva, al pari di una nota, non è una fonte di diritto e quindi potrebbe benissimo essere disattesa dai dirigenti cui è rivolta. Ma conoscendo i dirigenti, sicuramente essi avranno colto l’enfasi con cui la funzionaria ministeriale sottolinea come le indicazioni vadano prese come “direttive” alle quali attenersi inderogabilmente e siamo sicuri che si adopereranno per impedire qualsiasi iniziativa che potrebbe scontentare qualcuno ai piani alti, esattamente come ha fatto una dirigente di una scuola del Torinese che, prima ancora dell’approvazione definitiva del Disegno di legge sull’educazione sessuo-affettiva, ha deciso di bloccare un corso di educazione all’affettività tenuto da una psicologa fino a “quando il disegno di legge Valditara sul consenso informato sarà votato anche al Senato e diverrà norma definitiva”. Ai dirigenti scolastici più realisti del re ed al Ministero rispondiamo con forza che non ci faremo intimidire dalle loro pressioni e risponderemo con determinazione che la libertà di insegnamento in Italia è un diritto fondamentale garantito dall’articolo 33 della Costituzione.

CUB SUR, sede nazionale Corso Marconi 34, 10125 Torino, Tel/fax 011.655.897, scuola@cubpiemonte.org 

📹 Vai al video, “Le lotte sindacali e il movimento palestinese” – evento promosso dal Fronte di Lotta No Austerity (FLNA), movimento che supporta i ricercatori universitari in Italia. (link al video)

 

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