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Incendi nelle strutture sanitarie

La tragedia dell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, dove nella notte tra l’8 e il 9 dicembre sono morti 3 pazienti, a causa dell’incendio, ci riporta alla memoria quanto accaduto all’interno della RSA Casa per Coniugi di Milano lo scorso agosto, il cui rogo causò la morte di 6 anziani e 80 feriti.
Le indagini e la magistratura avranno il compito di accertare la dinamica dei fatti, ma in queste tragedie, come anche in quelle che hanno caratterizzato il settore del trasporto ferroviario, si punta il dito con troppa facilità e frequenza sull’errore umano, trascurando invece le vere responsabilità rispetto alla
sicurezza nei luoghi di lavoro.
Vogliamo ricordare che il taglio del finanziamento alla sanità pubblica, che ha fatto perdere 37 miliardi negli ultimi 10 anni, accompagnato dal blocco delle assunzioni, ha portato al dimezzamento del personale dei servizi di vigilanza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e comunque alla riduzione degli organici in tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie. Il controllo demandato ai Responsabili dei Servizi Prevenzione e Protezione, spesso tecnici di enti privati esterni, pagati dai datori di lavoro, diviene frequentemente un adempimento meramente formale. Insieme all’esternalizzazione delle competenze degli uffici prevenzione, sono stati nel tempo affidati a ditte esterne anche gli uffici tecnici e i lavori di manutenzione; gli appalti puntano al massimo risparmio e al massimo sfruttamento dei lavoratori, sacrificando la sicurezza, come
emerso anche nei recenti incidenti ferroviari, e a perdere la vita sono sia i lavoratori che i cittadini. Molti incidenti sono imputabili anche al mancato coordinamento tra committenza ed appaltatori o subappaltatori: ogni esternalizzazione rappresenta un aumento del rischio.
Tutti i giorni verifichiamo che le strutture sanitarie pubbliche sono vecchie e necessitano di manutenzioni e messa in sicurezza, ma in questi anni anche i fondi per la messa a norma delle strutture hanno subito tagli.
Questo non pare essere uno degli obiettivi prioritari nemmeno del PNRR, che parla piuttosto di ammodernamento tecnologico delle strutture ospedaliere con investimento di 4 miliardi, in attrezzature ad alta tecnologia e nella digitalizzazione, trascurando l’elemento essenziale della messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.
Ancora una volta si vorrà puntare il dito sulla colpa di qualche lavoratore o di qualche utente, ma ancora una volta dovremo combattere affinché emergano le responsabilità di chi ogni giorno evade le normative sulla sicurezza per il maggior profitto e non effettua i controlli, o non mette a disposizione le risorse necessarie per la prevenzione, mettendo a rischio la vita di chi lavora e di chi ha bisogno dei servizi.

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