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Incostituzionale lo stipendio base erogato da Ita

Sebbene previsto nel Ccnl nazionale firmato da cgil, cisl, uil e affini, la nano-compagnia pubblica con un progetto industriale fallimentare che sperimenta sui dipendenti, propone:

  1. retribuzione per il personale di cabina neoassunto sotto il livello dell’art.36 della Costituzione italiana;
  2. ricatti per chi si rivolge al Giudice a tutela dei propri diritti.

    Pian piano la verità viene a galla, con buona pace di tutta una pletora di politici, sindacalisti firmatari e manager che hanno narrato e continuano a raccontare successi e risultati tutt’altro che reali.
    A contribuire a demolire il muro di omertà costruito intorno alla vicenda ITA è stata la Corte di Appello di Milano che, pronunciandosi il 3.1.2024 su un ricorso di un assistente di volo, ha confermato quello che sapevamo da tempo: la paga base erogata dalla nano-compagnia pubblica non solo è da fame ma è, in diversi casi, illegittima ed incostituzionale, in quanto al di sotto delle previsioni dell’art.36 della costituzione italiana  che impone che sia “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa e dei riferimenti normativi europei.

    Eppoi Ministri e sindacalisti si stracciano le vesti per i contratti pirata mentre sperimentano sulla pelle dei lavoratori tali schifezze: eppure il CCNL di ITA e le retribuzioni di “ingresso” per il personale di volo, in esso definite, sono state firmate il 2.12.2021, con la benedizione del Governo, da CgilCislUilUgl e le Ass. Professionali di Piloti e Assistenti di Volo che, inoltre, nell’accordo del 22.2.2023, ne hanno confermata la validità per i “primi” 15 mesi di attività dopo l’assunzione.

    Se è vero che la Sentenza della Corte di Appello di Milano non conferma l’esito della causa stabilito in primo grado dal Tribunale del Lavoro di Milano, è altrettanto evidente che rende giustizia di una realtà che veniva tenuta nascosta da molti: ITA non è solo un progetto industriale fallimentare ma è un laboratorio in cui si sperimenta il lavoro povero, l’aggiramento degli obblighi datoriali sul trasferimento delle attività e una gestione che mortifica le professionalità esistenti.

    Come se tutto ciò non fosse sufficiente per manager, sindacati e politici per andare a nascondersi, è di questi giorni la scoperta di un’altra perla infilata da ITA: pur di provare ad impedire ai suoi dipendenti di fare causa per veder riconosciuti i propri diritti, la nano-compagnia si è spinta fino a scrivere “nero su bianco” nel regolamento delle concessioni di viaggio per il personale, che le agevolazioni all’acquisto dei biglietti riservate ai lavoratori (tutte le compagnie le prevedono per i propri dipendenti!), vengono sospese a chi decide di agire in giudizio contro la newCo.

    Roba da matti: un atto assolutamente insensato, illegittimo e discriminatorio, oltre le previsioni costituzionali ed in barba al diritto di ognuno di difendere i propri diritti in tribunale.

    Una disposizione da veri padroni delle ferriere, che, fatta da una azienda pubblica, rivela come in Italia si vogliano azzerare nei luoghi di lavoro, i diritti, con l’avallo delle OO.SS. mainstream.

    Certo è che anche tale novità non è proprio così inaspettata dopo che, alcune sigle sindacali, prima di sponsorizzare le assunzioni dei propri adepti, si sono preoccupate di far rinunciare, ai legali di riferimento, al mandato loro conferito dai lavoratori rimasti a casa: per molti si è concretizzato il danno oltre la beffa con cui si è anche legittimata la distinzione tra “buoni e cattivi” e la possibilità per ITA di discriminare nel riconoscimento dei diritti maturati dai propri dipendenti.

    NON È RESTANDO ZITTI E BUONI CHE SI CONQUISTA IL PARADISO:

    È ORA CHE ANCHE IN ITA I LAVORATORI COSTRUISCANO UN ARGINE CONTRO LA PREPOTENZA AZIENDALE E UNA DIFESA CONTRO I RAGGIRI SINDACALI DEI SOLITI NOTI.

    Roma 8 Gennaio 2024                                                                                  Cub Trasporti

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    Leggi l’articolo sul sito de Il Fatto Quotidiano, copertinapag.2pag.3pag.4pag.5

    Leggi l’articolo in Il Giorno del 9 gennaio 

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