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Ita: Lavoratrici in gravidanza discriminate, la Corte di Appello ordina il reintegro e risarcimento

Tale discriminazione era già accertata dai Giudice della fase a cognizione sommaria ma poi messa in discussione in opposizione, da un Giudice che aveva accolto le fittizie argomentazioni aziendali.

La Corte di Appello di Roma, però, supera di gran lunga l’efficacia del primo pronunciamento giudiziale favorevole alle lavoratorici.

Infatti la Corte di Appello di Roma non solo sancisce l’obbligo di ITA a versare un ulteriore risarcimento dei danni alle ricorrenti ma, soprattutto, sentenzia sul diritto delle 2 colleghe assistenti di volo, di essere “assunte” in ITA.

Dichiara la Corte di Appello di Roma, applicando le previsioni D. Lgs n.198 del 2006 (art. 36, 55, 55ter, ecc.): “Ne consegue l’accoglimento della domanda volta alla cessazione del comportamento e degli effetti discriminatori che non può che essere integrato se non con la selezione e successiva assunzione delle candidate.”

A quanto pare, finalmente, anche nelle aule di Tribunale cominciano ad emergere nella loro interezza le modalità con cui sono state gestite le assunzioni in ITA e le discriminazioni operate nei confronti di molti lavoratori, da parte di una società a capitale interamente pubblico, in mano a inconcludenti ed improvvisati   “padroni delle ferriere”.

Agli avvocati Verdura, Laratta e Romanotto va il riconoscimento di aver individuato la possibilità di portare alla vittoria giudiziale le nostre 2 colleghe assistenti di volo, chiamando in causa a sostegno delle tesi difensive delle lavoratrici anche la  Consigliera di parità della città metropolitana di Roma Capitale.

Infine va sottolineato come anche questa sia un’altra sentenza che dovrebbe far arrossire quelle OO.SS. che non solo hanno taciuto sull’operato di una dirigenza aziendale allo sbando, pur sapendo cosa si stesse scaricando sulle spalle dei lavoratori, gestendo la fase di “decollo” e reclutamento del personale di ITA a stretto contatto con i “selezionatori” (…a tale proposito esistono decine di testimonianze e anche qualche eclatante registrazione!).

Oggi più che mai si evidenzia l’errore compiuto da spregiudicati sindacalisti di continuare a sottoscrivere gli accordi della vergogna, che puntualmente vengono citati dagli avvocati della nano-Compagnia a difesa delle scelte datoriali ma che stanno facendo pagare un prezzo inaccettabile all’intera categoria, divenuta una vera e propria “cavia” della gravissima sperimentazione operata da una azienda pubblica a danno di migliaia di lavoratori, dei contribuenti e del Paese.

8.2.2024                                                                                                 

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