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La Flotilla prosegue, Cub pronta a dichiarare lo sciopero generale se ci saranno attacchi

La Flotilla prosegue, Cub: “La situazione è al limite, pronti a dichiarare lo sciopero generale nel caso di altri attacchi alla missione umanitaria

Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono ormai prossime alla linea rossa che gli israeliani hanno posto a 100 miglia dalle coste di Gaza. Gli equipaggi, nonostante tutto, sono concordi nel proseguire la missione per arrivare a Gaza con gli aiuti provando a rompere il blocco navale di Israele, che ha dichiarato la sua inviolabilità.
Chi è a bordo è consapevole dei rischi, “Siamo disarmati – dichiarano – e pronti a proseguire, anche se gli israeliani ci abborderanno e arresteranno tutti”.
Navi militari italiane e spagnole al momento li seguono a distanza ma il Governo ha già dichiarato di non poter garantire alcun supporto una volta usciti dalle acque internazionali mentre Netanyahu e il suo governo insieme all’IDF sembrano irremovibili.

La Flotilla ha bisogno di tutto supporto internazionale che finora non è mancato e che cresce mano mano come hanno dimostrato le piazze gremite di persone e i recenti scioperi. La Cub insieme agli altri sindacati di base e alle numerose associazioni palestinesi e realtà solidali segue da vicino gli sviluppi della vicenda ed è pronta a dichiarare lo sciopero generale nel pubblico e nel privato, per fare pressione sul governo e ottenere un chiaro e concreto sostegno alla missione, per imporre la fine degli attacchi indiscriminati sui civili palestinesi, perché a livello internazionale venga posto un freno al piano di distruzione sistematica nella Striscia di Gaza e al trasferimento forzato di centinaia di migliaia di civili.

Di ieri la conferenza stampa congiunta tra Trump e Netanyahu, pronto a “non portare a termine il lavoro iniziato a Gaza” solo a condizione della riconsegna degli ostaggi israeliani e l’uscita di scena di Hamas.
Nel frattempo il genocidio prosegue e si attende la risposta di Hamas e degli altri Paesi arabi sul piano di transizione proposto ma non c’è più tempo da perdere.

Sabato 4 ottobre l’appuntamento è con la manifestazione nazionale a Roma.

Paolo De Montis, a bordo della Flotilla, questa mattina conferma l’unanime volontà degli equipaggi a proseguire. “Siamo degli idealisti che sognano un mondo migliore”, dice nel video che ci ha inviato. Fate girare, ci chiede: Guarda il video

Leggi l’appello di Cub Sanità nazionale:

PER SOSTENERE LA GLOBAL SUMUD FLOTILLA, CONTRO IL GENOCIDIO, L’ECONOMIA DI GUERRA E LE POLITICHE DI AUSTERITÀ

Il 22 settembre oltre un milione di persone hanno invaso le piazze d’Italia ed Europa contro il genocidio in Palestina. La mobilitazione ha chiesto con forza:

  • la rottura immediata delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele;
  • il sostegno alla Global Sumud Flotilla, impegnata a portare aiuti a Gaza rompendo l’assedio militare;
  • il pieno accesso degli aiuti alla popolazione palestinese.

Questa protesta ha rappresentato una rottura con il silenzio e la complicità dei governi europei e di quello italiano, sempre più schierati con la guerra e l’industria bellica. Studenti e lavoratori hanno fatto sentire una voce unica: basta spese militari, basta economia di guerra, investiamo invece in salari, sanità, scuola, trasporti, casa.

LA SFIDA DELLA FLOTILLA

La Global Sumud Flotilla prosegue il suo viaggio verso Gaza nonostante gli attacchi subiti in acque internazionali con droni, bombe sonore e sostanze urticanti. Spezzare il blocco israeliano è un atto politico e simbolico che riguarda tutti noi: il suo successo dipende anche dal sostegno che sapremo costruire con informazione, mobilitazione e pressione sui governi complici.

BLOCCARE LE ARMI, RAFFORZARE IL BOICOTTAGGIO

Accanto al sostegno diretto, occorre intensificare le azioni contro l’economia di guerra:

  • bloccare l’invio e il transito di armi nei porti e aeroporti italiani;
  • rafforzare il boicottaggio delle aziende che commerciano e investono con Israele, come la farmaceutica Teva, le multinazionali tecnologiche e agroalimentari.

Ogni azione quotidiana può togliere ossigeno a chi lucra sul genocidio.

VERSO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA

La situazione internazionale impone di alzare il livello dello scontro sociale. È sempre più concreta l’ipotesi di uno sciopero generale, convocato dal più ampio fronte sindacale possibile, nel giorno successivo a un eventuale attacco alla Flotilla.

Sarebbe uno sciopero politico, di emergenza, capace di superare i vincoli della legge 146. Quando è in gioco la vita di un popolo, il diritto di sciopero deve tornare alla sua funzione originaria: strumento di lotta e non di burocrazia.

La storia ce lo ricorda: le lotte degli ospedalieri negli anni ’70-’80 hanno garantito i servizi essenziali senza piegarsi ai divieti repressivi, con l’autoregolamentazione operaia e professionale.

UNIRE LE LOTTE, COSTRUIRE CONVERGENZA

La solidarietà con Gaza è anche la difesa delle nostre condizioni di vita. L’economia di guerra sottrae risorse a salari, welfare, sanità, istruzione.

Unire studenti, lavoratori, sindacati di base e movimenti sociali è la condizione per aprire una nuova stagione di mobilitazione, capace di superare la rassegnazione e costruire una reale alternativa al militarismo e all’austerità.

TENIAMOCI PRONTI E PRONTE. FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE. TRASFORMIAMO LA SOLIDARIETÀ IN LOTTA.

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