Julian Paul Assange. Giornalista cofondatore e caporedattore di WikiLeaks, testata giornalistica digitale, pur non avendo alcuna pendenza con la giustizia Britannica, è detenuto dall’11 aprile 2019 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, in una condizione che la pur cauta nei confronti dei crimini occidentali Amnesty International ha definito “inumana, crudele e degradante”
La raffinata crudeltà con cui il sistema carcerario britannico si accanisce su Julian, e non solo, è fatta di sorveglianza incessante, ore d’aria ridotte o annullate, ricorso al regime di isolamento in cella di rigore, blocchi della corrispondenza e dei colloqui e ogni altro atto inteso a fiaccare la resistenza fisica e l’equilibrio psichico di Assange.
Ben sapendo che chi vuole eliminarlo dalla scena sono i governi e le gerarchie militari USA, la NSA e la CIA responsabili dei crimini denunciati e documentati da Assange, egli si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra nel 2012 dove ha passato 7 anni e da cui è uscito solo per il tradimento del presidente ecuadoregno Moreno che ha cancellato l’asilo politico concesso dal predecessore Correa e così consentito alla polizia britannica l’accesso nell’ambasciata per arrestarlo. Correa così si espresse allora: “Il traditore più grande della storia ecuadoriana e latinoamericana, Lenin Moreno, ha permesso che la polizia britannica entri nella nostra ambasciata a Londra per arrestare Assange. Un atto criminale, un oltraggio al diritto internazionale. Assange ha divulgato casi di corruzione di Moreno molto gravi.” Da allora Julian è detenuto nel carcere di Sua Maestà britannica in attesa dell’estradizione in USA.
E’ ora in corso l’ultimo tentativo della battaglia legale per impedire l’estradizione di Assange negli USA, dove lo attende l’ospitalità nel sistema giudiziario più ingiusto e classista del pianeta e il circuito carcerario più imponente e il più ferocemente ostile nei suoi confronti. I capi di imputazione, tutti relativi alla divulgazione della documentazione dei crimini delle truppe UE, UK e NATO (18 i risibili capi d’accusa: 17 ai sensi della legge sullo spionaggio e uno ai sensi della legge sulle frodi e gli abusi informatici) sono tali da far temere una condanna al carcere duro per sempre.
Fermare l’estradizione negli Stati Uniti d’America, già concessa dal governo britannico dopo aver avuto la buffa “garanzia di un trattamento umano da parte delle autorità USA”, stando alle bizzarre parole del ministro dell’interno del governo britannico, è il primo obiettivo. Dopo di che deve continuare la battaglia per la sua liberazione priva di ragioni per le leggi britanniche.
La Confederazione Unitaria di Base CUB – Trento invita tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a mobilitarsi per l’immediata liberazione di Julian Assange, una lotta per la libertà di informazione e per la libera manifestazione del pensiero, anche nel nostro Paese, dove l’informazione è parte dal conglomerato di poteri economici politici e di apparato sempre più coincidenti.
La Confederazione Unitaria di Base CUB – Trento sostiene tutte le iniziative che verranno attivate nel territorio provinciale per la libera informazione e la liberazione di Julian Assange.
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