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Milano: il 2 dicembre sotto Assolombarda

Il sindacalismo di base e conflittuale chiama allo Sciopero Generale il 2 dicembre e alla Manifestazione nazionale a Roma il 3 dicembre 2022.

Questi ultimi anni non sono stati semplici per i lavoratori nel nostro Paese. Dapprima, l’intreccio tra crisi sanitaria ed economica è stato utilizzato per favorire misure contro la classe lavoratrice e, più in generale, i cittadini; tra queste: la cassa integrazione a singhiozzo, i licenziamenti mascherati, le ristrutturazioni produttive, l’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro, maggiore flessibilità. In questo clima generale, il Governo Draghi era stato chiamato da Confindustria per completare il lavoro sospendendo il blocco dei licenziamenti e gestendo la spartizione dei fondi del PNRR, perché fosse favorita l’Impresa a scapito dei bisogni, anche primari, dei cittadini.
La guerra in Ucraina, scoppiata nell’ambito delle tensioni tra Nato e Russia, ha da una parte parzialmente scombinato i piani sulla spartizione del PNRR, dato che una parte di quei fondi è stata utilizzata per l’invio di armi all’Ucraina; dall’altra è andata ad incidere negativamente sulle esportazioni del grano, oltre che ad aggravare ulteriormente quelle che erano alcune dinamiche speculative dei mercati sul costo delle materie energetiche. La conseguenza sono gli aumenti dei costi di vari alimenti anche di base e delle bollette che stiamo vedendo in questi giorni.
Il Governo Meloni, la cui coalizione è soprattutto espressione degli interessi della borghesia italiana, si inserisce in queste dinamiche, in continuità con il Governo Draghi, promettendo prima di tutto totale fedeltà al sistema Nato, e lanciandosi in una feroce critica all’intervento pubblico in economia. 
Le imprese devono essere “lasciate libere di fare”, devono essere libere di cannibalizzare i fondi rimasti del PNRR, mentre, per cercare di ingraziarsi in un solo colpo Confindustria, il capitale finanziario e i piccoli autonomi, il Governo promette flat tax, condoni, taglio del Reddito di Cittadinanza e deregolamentazione del mercato del lavoro, cioè ulteriore precarietà, salari bassi, riduzione dei diritti dei lavoratori. Il tutto mentre l’inflazione, che è una tassa sulle classi popolari, ha raggiunto l’11% e i salari dei lavoratori sono più bassi di trent’anni fa. Lo Sciopero Generale del 2 Dicembre nasce proprio dalla necessità di dare una risposta reale alle esigenze di rappresentanza e di protesta dei lavoratori ma anche di dare voce a tutti quegli strati di popolazione che non trovano né ascolto né rappresentanza in questo contesto.

Cosa è necessario fare
Bisogna costruire una piattaforma autonoma di lavoratrici e lavoratori che, pur mettendo sotto accusa i tratti anacronistici del nuovo Governo sui diritti civili, promuova una mobilitazione continua del mondo del lavoro e delle classi subalterne, mettendo in luce le contraddizioni di trent’anni ininterrotti di politiche neoliberiste promosse da tutti i governi che hanno progressivamente impoverito le classi popolari. Un programma autonomo di lavoratori e lavoratrici, che prospetti un modello di sviluppo nuovo e alternativo, partendo da:
Rinnovo dei contratti collettivi e aumento dei salari in modo che risultino agganciati al costo reale della vita; introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora e di una legge democratica sulla rappresentanza sindacale e sull’efficacia dei contratti. Indicizzazione automatica dei salari all’inflazione reale (Scala mobile). Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Ritorno a una programmazione economica attiva da parte dello Stato, che sappia arrestare il declino industriale, attuare una riconversione ecologica dei processi produttivi e tutelare l’occupazione. Per investimenti su Istruzione, Trasporti, Welfare, Salute, Pensioni, Ricerca, Energia, Comunicazioni, nell’ottica di un rilancio della funzione dello Stato in questi ambiti strategici
Rilancio di un piano strutturale di edilizia residenziale pubblica, prevedendo anche l’utilizzo del patrimonio pubblico in disuso.
Stop alle privatizzazioni e ai subappalti; prezzi tutelati per luce, gas e beni comuni in generale da garantire a lavoratori, pensionati e ceti popolari con interventi sull’evasione fiscale e sulla progressività delle aliquote fiscali.

ANCHE nella MILANO città parco giochi degli eventi e del consumismo, del lusso di facciata ma della precarietà più vessatoria per chi lavora, della privatizzazione della sanità e dei beni comuni, città che per prima ha sperimentato il lavoro gratuito durante l’Expo, in cui si abbattono i quartieri popolari e nonostante ciò ci sono ancora 10.000 alloggi pubblici vuoti, nella Milano in cui i potenti indossano le calze arcobaleno ma negano i più elementari diritti social, IL SINDACALISMO DI BASE SI MOBILITA:

VENERDì 02 DICEMBRE ORE 10.00 CONCENTRAMENTO SOTTO ASSOLOMBARDA IN VIA PANTANO (M3 MISSORI).

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