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Dipendenti statali, c’è poco da festeggiare

Governo e sindacati firmatari inneggiano assieme per la firma di un contratto nazionale degli enti locali che aumenta di 50 euro netti il salario mensile di un impiegato amministrativo di un ente locale. A gennaio 2023, passata la sbornia di questo entusiasmo di stato, il lavoratore degli enti locali capirà che lo ha preso nuovamente … , con una busta paga pressoché identica a quella dell’anno precedente, con un salario accessorio che avrà i limiti imposti per legge e con carichi di lavoro insostenibili. A guastare il sogno momentaneo di dicembre arriveranno a gennaio anche le bollette decuplicate del gas e più in generale il carovita con inflazione al 12% da gestire.
Ottimo lavoro “cari” sindacati firmatari di contratto…esultate pure assieme al Governo Meloni…un risultato davvero “straordinario”.

In allegato la scheda riassuntiva degli aumenti del CCNL appena siglato. Nella colonna evidenziata in giallo il valore LORDO MENSILE dal 1.1.2021 – per avere la cifra netta bisogna sottrarre il 30% per Irpef e trattenute previdenziali. Ad esempio un lavoratore inquadrato in Cat C su 66,90 euro lordi di aumento mensile avrà netti in busta paga poco più di 45 euro che assorbiranno anche la vacanza contrattuale. In sostanza a gennaio 2023, in un contesto economico con l’inflazione al 12%, la busta paga rimarrà pressoché uguale a quella precedente. Suggeriamo pertanto di non spendere gli arretrati di dicembre nell’enfasi dei proclami entusiastici del Governo e di CGIL CISL UIL. Tenetevi stretti i magri arretrati contrattuali per pagare le bollette che arriveranno perché la realtà a gennaio sarà davvero molto cruda per i lavoratori pubblici.

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