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Misure contro i rave party

Con una solerzia degna di miglior causa il Governo ha provveduto a modificare il codice penale con l’Art. 434-bis, presentato all’opinione pubblica come una misura contro i rave party e in realtà volto a ridurre radicalmente le libertà politiche e sindacali.
L’articolo in questione, infatti, non tratta affatto di rave party, e già se si limitasse a questo argomento le misure decise sono di una durezza spropositata e priva di qualsiasi giustificazione, ma riguarda qualsiasi manifestazione di dissenso.
Basta, a questo proposito, leggere quanto afferma: “L’invasione per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.”
In pratica rientrano in questa definizione qualsiasi occupazione di scuola da parte di studenti o di azienda da parte di lavoratori licenziati, qualsiasi manifestazione un minimo “vivace”, qualsiasi mobilitazione per la difesa dell’ambiente e dei diritti dei cittadini.
Si parla, infatti, di “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta” e non è necessario un acume straordinario per comprendere come si tratti di un numero amplissimo di casi che si danno normalmente in occasione di scioperi o manifestazioni. Se, poi, si va alle pene previste diviene chiaro l’obiettivo del governo, intimorire lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini in una fase nella quale l’aggravarsi delle condizioni di vita e di lavoro rende necessaria e urgente la mobilitazione: “Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.”

Se l’obiettivo del governo è sin troppo chiaro a chiunque non si lasci trascinare in stupide discussioni sul “gravissimo pericolo per l’ordine pubblico” che sarebbe costituito dai rave party, altrettanto chiara deve essere la nostra risposta. Di fronte ai licenziamenti, alla precarizzazione del lavoro, alla crescita del lavoro povero, dell’attacco alle libertà e ai diritti è necessaria la massima mobilitazione.
La CUB invita tutto il sindacalismo di base, i movimenti di opposizione sociale, tutte le lavoratrici ed i lavoratori a opporsi a questa norma scellerata a partire dalla sciopero generale del 2 dicembre e, nelle lotte quotidiane, a praticare tutte le forme di azione necessarie a renderla inefficace.

Sta a noi battere questa manovra. Difendere la libertà ovunque!

Cosimo Scarinzi, Cub Torino.

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