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No al Ddl sulle persone anziane non autosufficienti

Milano, 16 marzo 2023 – Questa mattina una delegazione di Cub Sanità Milano e Medicina Democratica è stata ricevuta in Prefettura per esporre le istanze in merito ai rischi rappresentati dall’eventuale approvazione del disegno di legge ora al vaglio della Commissione preposta in Parlamento. Si tratta della bozza di una legge che andrebbe a costituire una sorta di ‘ghetto’ in cui convogliare quanto attiene le prestazioni da erogare ai cittadini anziani non autosufficienti, tramite la creazione sul territorio di Case di comunità e separando l’erogazione delle prestazioni dal SSN, lasciando quindi a discrezione della disponibilità economica e delle valutazioni sul singolo caso la possibilità di accedere a cure e servizi al momento garantiti ed esigibili da tutti i cittadini

Il testo del Disegno di legge, peraltro già approvato dal Senato e ora in esame in Commissione, prevede che venga creato un comparto ad hoc per questa tipologia di pazienti – anziani non autosufficienti – non considerando più l’anziano non autosufficiente come una persona portatrice di pluripatologie, e quindi seguito dal SSN, bensì inserendoli in un ambito specifico demandato ai servizi sociali territoriali, cosiddetto “Servizio Nazionale Assistenza Anziani (SNAA)”.
Diretta conseguenza sarebbe la separazione di questo settore sanitario anche dalle garanzie di legge previste in termini di copertura finanziaria, garanzie sancite in base al diritto alla tutela della salute per tutti i cittadini italiani dagli articoli 32 e 38 della Costituzione, negli ambiti sanitario e sociale, e dalla Legge 833/1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tra le modifiche proposte vi è infatti anche la cancellazione dell’indennità di accompagnamento universale, che verrebbe sostituita con prestazioni sociali non garantite e gestite da operatori privati.

Il fatto di slegare il SNAA dal Sistema Sanitario Nazionale quindi imporrebbe di poter usufruire di risorse economiche limitate, dato che nel Ddl al momento non sono previsti finanziamenti specifici e dedicati. Si tratterebbe quindi di fare riferimento ai fondi attualmente erogati per il settore sociale, limitati rispetto a quanto invece è garantito per il settore sanitario in base alle specifiche patologie e situazioni, rispettando i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e i Leps (Livelli essenziali delle prestazioni sociali). In una parola gli anziani non autosufficienti verrebbero estromessi da tutti questi diritti esigibili per legge e con loro anche il comparto dei lavoratori dedicati che già allo stato attuale soffre di enormi carenze sia a livello di personale impiegato che di strumentazioni e ausili. Nelle RSA e nelle RSD, le residenze per anziani e quelle per disabili, si disporrà di finanziamenti sempre meno consistenti e peggioreranno ulteriormente le condizioni lavorative e contrattuali e i salari. “Già ora stiamo combattendo per un miglioramento delle condizioni all’interno di RSA e RSD – spiega la delegata Cub Enrica Gabelli – se dovesse venire approvato il Ddl per com’è ora le cose non potrebbero che peggiorare, con un danno per i degenti, le loro famiglie e gli operatori che lavorano nelle strutture, in particolare quelle gestite da enti privati che seguono logiche di business come una qualsiasi azienda sul mercato. In questo caso però stiamo parlando di persone in carne e ossa e non di ‘pezzi’ in una fabbrica, motivo per cui come Cub da anni stiamo denunciando il sistema del ‘minutaggio’ che assegna in maniera asettica tot tempo a tot servizio da rendere al paziente, come in una catena di montaggio. È molto probabile che gli enti privati che dovessero prendere in carico le Case di comunità non farebbero che trasferire anche in questo settore la medesima logica dedita al profitto senza superare quanto imposto per legge come livello minimo assistenziale, lo stesso dicasi per il settore dei poli-ambulatori su cui stanno già rivolgendo il proprio interesse.”

L’incontro in Prefettura
Dopo essere stati ricevuti dalla Vice Prefetto Galbusera di Milano, i rappresentanti di Cub Sanità e di Medicina Democratica hanno riferito di aver avuto modo di esporre nel dettaglio le istanze sia sul piano della tutela sanitaria e assistenziale che del lavoro, entrambi aspetti messi a rischio dal Disegno di legge in questione, che distingue e separa l’ambito sanitario, garantito quale diritto fondamentale, e l’assistenza intesa come altro dal SSN. Altrettanto chiaramente hanno spiegato che le strutture che dovrebbero servire a implementare questa Legge sul territorio – le Case di comunità – non sono presenti in numero sufficiente e le poche che ci sono non operano a livelli adeguati. Pazienti anziani e disabili, per definizione fragili, hanno infatti bisogno di standard superiori al consueto che al momento non sarebbero garantiti data la scarsità di risorse e personale. Sono quindi giustificati i timori espressi anche per la parte sindacale rispetto all’ulteriore apertura al privato con un sistema meno attento alle esigenze a prescindere dagli investimenti finanziari.

In risposta la Prefettura ha assicurato che il materiale prodotto dal Coordinamento per il diritto alla sanità per le persone anziane malate e non autosufficienti – CDSA verrà inviato ai Ministeri preposti, quelli dell’Interno, del Lavoro e della Sanità oltre che al Consiglio dei Ministri, invitando poi il Coordinamento a insistere in questa denuncia di quanto sia da emendare nella bozza di Legge, anche richiedendo un successivo incontro in Prefettura nel caso non giungano risposte da Roma, e lodando il lavoro fatto fino a questo momento. “Questo tipo di iniziative – ha aggiunto Gabelli della Cub Sanità Milano – si sta allargando a tutto il territorio nazionale, grazie all’impegno del CDSA di cui la Cub è portavoce e altri verranno presto organizzati altri presidi e richieste audizioni in varie altre Prefetture, fino ad arrivare a un incontro a livello nazionale a Roma nel mese di maggio, periodo in cui si riunirà la Commissione governativa chiamata a deliberare sul Ddl”.

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DDL NON AUTOSUFFICIENZA_Testo

PROPOSTA DI EMENDAMENTO AL DDL

APPELLO AL PREFETTO DI MILANO

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