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Oggi a Milano Doppio appuntamento in previsione del 28 e 29 novembre

Milano, 26 novembreQuesta mattina davanti al Tribunale di Milano si è tenuta la conferenza stampa in cui la Cub, insieme ai rappresentanti di altri sindacati di base, centri sociali e associazioni palestinesi, ha ribadito i perchè delle due giornate di mobilitazione di venerdì 28 novembre – giornata di sciopero generale nazionale nei settori pubblici e privati – e di sabato 29 novembre, in concomitanza della Giornata di solidarietà alla Palestina in cui si terranno due manifestazioni di carattere nazionale, a Roma e Milano.


Sempre questa mattina era in corso l’udienza riguardante il licenziamento della giovane studentessa milanese che lavorava alla Scala come maschera, prima di essere lasciata a casa a seguito del suo intervento in Teatro, prima di una rappresentazione a cui era invitata anche la premier Meloni, in cui gridò “Palestina Libera!”.

Sia la solidarietà alla causa palestinese, sia la contrarietà alle ricette del Governo in tema di economia e di scelte in politica estera hanno animato negli ultimi mesi più di una manifestazione, tanto a Milano che a Roma e in molte altre città. L’ultimo appuntamento risale al 3 ottobre scorso, con almeno un milione di persone che hanno aderito allo sciopero generale, e il 4 ottobre altrettante sono confluite a Roma, sull’onda del clamore per le sorti degli equipaggi della Flotilla che poco tempo prima erano stati fermati e arrestati dall’esercito israeliano seppur ancora in acque internazionali.

Nel mentre la Finanziaria, che possiamo definire ‘di guerra’, è stata presentata e ‘bollinata’ e a breve si dovrebbe avere la stesura definitiva; anche in questo caso gli scioperi e le manifestazioni di protesta attraverseranno il Paese, da nord a sud, con presidi e cortei organizzati per venerdì 28 novembre dalla rete dei sindacati di base unitamente ad associazioni pacifiste, realtà solidali e con l’attesa partecipazione di lavoratori, studenti e pensionati accomunati dalle medesime difficoltà a causa di una congiuntura internazionale che ormai a partire dal 2022 ha spinto i governi di mezza Europa, il nostro in primis, a condividere un piano da economia di guerra, con la riconversione dell’industria al settore bellico, con tagli al welfare state in nome del rispetto dei parametri imposti dalla BCE, tranne che per la difesa.

Gli stipendi mangiati dall’inflazione sono sempre meno competitivi, e l’Italia è tra i peggiori paesi da questo punto di vista, i servizi al pubblico – sanità, scuola, trasporti – sono sempre meno accessibili per le infinite liste d’attesa – figlie dei tagli al personale, soprattutto nella sanità dove nonostante le promesse post Covid e il PNRR i fondi a disposizione sono sempre risicati – per la razionalizzazione delle uscite di cassa e per lo spazio concesso sempre in maggior misura ai privati a discapito delle fasce sociali meno abbienti, che aumentano di numero di anno in anno.

👉🏻 Vai al video sul canale youtube Cub nazionale, con gli interventi in conferenza stampa di Walter Montagnoli, Cub nazionale – Phalastin, esponente dei Giovani Palestinesi Italiani (GPI) e Jessica Todaro, Flaica Cub Milano, che sta seguendo la vicenda della maschera licenziata dal Teatro alla Scala.

👉🏻 “Equipaggi di terra contro la Finanziaria di guerra”, (link al video)

📌”Fermiamo l’espulsione di un uomo innocente: No alla consegna di Shahin al regime egiziano.” (Link alla petizione online)

Sulla stampa, sciopero generale e conferenza stampa Cub a Milano:

MERCOLEDÌ 26 NOVEMBRE 2025 14.07.25

SCIOPERI: USB E CUB LANCIANO MOBILITAZIONE A MILANO, ‘NO A FINANZIARIA DI GUERRA’ =

ADN0659 7 CRO 0 ADN CRO RLO SCIOPERI: USB E CUB LANCIANO MOBILITAZIONE A MILANO, ‘NO A FINANZIARIA DI GUERRA’ = presidio fuori dal Tribunale per maschera Scala licenziata per grido ‘Palestina libera’ Milano, 26 nov. (Adnkronos) – Sciopero il 28 novembre e manifestazione sia venerdì che sabato a Milano in occasione della mobilitazione di Cub e Usb “contro la finanziaria di guerra e il riarmo” e per la Palestina. Le due sigle sindacali hanno presentato il programma dei prossimi giorni questa mattina fuori da Palazzo di Giustizia, mentre era in corso una delle udienze sul caso del licenziamento della maschera della Scala che lo scorso 4 maggio aveva gridato ‘Palestina Libera’ all’arrivo di Giorgia Meloni nel teatro. “Gridare Palestina libera non è reato, nessuno deve essere licenziato” si legge in un grande manifesto, affisso in corso di Porta Vittoria, dove questa mattina sono stati sventolati anche cartelli in sostegno dell’imam di Torino espulso, Mohamed Shahin. “C’è un clima molto duro nei confronti di chi si sta mobilitando per la causa palestinese e per la causa dei lavoratori”, ha detto Walter Montagnoli, della segretaria nazionale Cub, lanciando i due giorni di mobilitazione contro “questa finanziaria di guerra, che ha solo l’obiettivo di ridurre il deficit dell’Italia, al fine di poter spendere soldi 40-50 miliardi di euro, per le armi. Soldi sottratti a sanità, scuola, istruzione e salari”. Lo sciopero del 28 novembre “avrà caratteristiche diverse da quelli del 22 settembre e del 3 ottobre: tradurremo in azione sociale tutta la rabbia che abbiamo raccolto nelle piazze e la caleremo sui temi sociali che riguardano i nostri concittadini: innanzitutto la questione contrattuale, la sanità diventata inaccessibile per le liste d’attesa lunghissima, le scuole che crollano e i problemi dell’università”, ha detto Pietro Cusimano dell’Usb Lombardia. In tutto ciò “la questione palestinese rimane centrale, perché non solo ha messo insieme lo scontento e la rabbia di tanta gente, ma rimane un esempio da seguire perché un popolo che resiste in quel modo ha indicato la strada da seguire”. A protestare davanti al Palazzo di Giustizia anche rappresentanti dell’Associazione palestinesi in Italia. “Dire ‘Palestina libera’ non è antisemitismo, ma semplicemente opporsi a un regime sionista che da 77 anni massacra il popolo palestinese”, ha detto Faustine, dei Giovani palestinesi, ricordando che il 29 novembre è la Giornata internazionale in solidarietà con il popolo palestinese. “Bisogna continuare a parlare di Palestina, perché il genocidio in corso non è finito e quindi è importantissimo partecipare alle manifestazioni sia il 28 che il 29”,ha concluso. (Alb/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 26-NOV-25 14:07 NNNN

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